lo scontro

Meloni commissaria FdI a Roma. Rampelli: "Non ne so molto"

Ruggiero Montenegro

Con una lettera la premier solleva dall'incarico il segretario romano Massimo Milani: "Necessità di gestire con terzietà la corsa alle preferenze". Donzelli nominato commissario. Il commento del vicepresidente della Camera: "Spero in un suo reintegro"

"Non ne so molto", dice al Foglio Fabio Rampelli, e nulla di più. Ma come ha fatto sapere Giorgia Meloni, "considerata la campagna elettorale per le regionali", la decisione si deve "alla necessità di gestire con terzietà la corsa alle preferenze". La decisione è il commissariamento di Fratelli d'Italia a Roma: Massimo Milani, coordinatore locale dal 2016, segretario amministrativo dal 2014 e oggi deputato, ma soprattutto vicino al vicepresidente della Camera Rampelli, è stato sollevato dall'incarico. Al suo posto Giovanni Donzelli, nelle vesti di commissario, un fedelissimo della premier. 

Lo ha comunicato la stessa Meloni, con una lettera mandata al coordinatore regionale Paolo Trancassini e ai dirigenti del Lazio, oltre che ai diretti interessati. La premier non ha gradito l'appuntamento elettorale di domenica scorsa al teatro Brancaccio di Roma: presentato come un evento del partito nazionale- avrebbero partecipato circa un migliaio di militanti - si trattava in realtà di un incontro elettorale per promuovere le candidature Fabrizio Ghera e Marika Rotondi alla Pisana. Una sorta di inganno comunicativo, non gradito ai vertici, che ha portato Meloni  - ieri ad Algeri - a consultare i vertici del partito e a optare per la soluzione drastica, quando mancano ormai meno di tre settimane alla domenica elettorale.

Ghera e Colombi arrivano dalla cosidetta corrente dei Gabbiani, quella che fa capo a Rampelli che non a caso era in prima fila domenica al Brancaccio. E sta tutto qui il peso politico della vicenda: si tratta forse del primo scontro ai piani alti di Fratelli d'Italia, almeno da quando il partito è al governo. Il vicepresidente della Camera è un dirigente di primissimo piano in via della Scrofa, oltre a essere stato una sorta di mentore per Giorgia Meloni, sin dai tempi della sezione di Colle Oppio. "Non ne so molto, al momento", dice con una battuta questa mattina. Tanto che viene il dubbio che di questa scelta sia stato informato a giochi ormai fatti.

 

Uno strappo che si aggiunge alle frizioni dei mesi scorsi: a ottobre il profilo di Rampelli veniva considerato papabile per un ministero o per un incarico di sottogoverno. Poi non se n'è fatto più nulla e lo storico volto della destra romana è stato eletto alla vicepresidenza di Montecitorio. Di Rampelli, prima che la scelta cadesse su Francesco Rocca, si era parlato anche per il ruolo di presidente del Lazio, come candidato di una coalizione che, sondaggi alla mano, pare destinata a riprendere il governo della regione. E pure come candidato sindaco di Roma, nell'estate del 2021, era stato fatto il suo nome, poi il centrodestra  gli ha preferito Enrico Michetti. Ma la scelta di ieri da parte di Meloni, anche per le modalità, segna un fatto nuovo in Fratelli d'Italia, con le fratture finora solo evocate che si concretizzano nell'avvicendamento alla guida del partito romano. Così alle beghe legate al rapporto con gli alleati di governo, si aggiungono oggi le questioni interne. 

La replica serale di Rampelli: "Non ho cariche commissariabili. Spero nel reintegro di Milani".

In serata Rampelli ha pubblicato una nota con cui commenta il commissariamento della sezione romana di Fratelli d'Italia. “Ho letto sui giornali di oggi titoli misteriosamente uguali che riguarderebbero un mio commissariamento a opera del Presidente nazionale di Fratelli d’Italia. Tengo intanto a precisare che non ricopro ruoli commissariabili, quindi si sta in presenza di titoli sicuramente a effetto ma del tutto infondati", dice il vicepresidente della Camera. "Sono impegnato al fianco di Francesco Rocca per vincere le elezioni regionali con tutta la coalizione, ho scritto insieme agli altri il programma, fatto riunioni organizzative, stabilito i principali appuntamenti e incontri con categorie e associazioni e stiamo per aprire la nuova sede del Comitato elettorale. Tra l’altro i coordinatori di tutti i partiti hanno deciso che, solo su Roma città, vista l’enorme capacità di mobilitazione dei candidati di tutte le forze politiche, fosse più conveniente affidare la promozione di Francesco Rocca alle loro manifestazioni apicali, che stanno totalizzando una partecipazione di pubblico enorme, concentrando lì parlamentari, ministri e autorità. Esattamente quanto avvenuto nei giorni scorsi negli incontri promossi con la presenza del candidato presidente, l’ultimo dei quali organizzato proprio al Teatro Brancaccio, senza il minimo supporto degli organi istituzionali di FDI".

Quindi l'auspicio finale: "L’on. Massimo Milani, coordinatore romano di FDI, ha chiesto la revoca immediata del provvedimento per l’evidente equivoco generato dalle false notizie diffuse, esibendo ogni atto utile alla loro smentita. E sono convinto che un partito serio e strutturato come il nostro accerterà i fatti e lo reintegrerà quanto prima, vista peraltro una certa disinvoltura con cui altre federazioni in Italia gestiscono il rapporto tra candidati e partito”. 

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