"Principessa sul pisello". Così la moglie di Cuperlo attacca Schlein

Valerio Valentini

Quando la sfida per il Nazareno si fa questione di famiglia. Ines Loddo critica con durezza la rivale del marito al congresso del Pd. Ma tra i coniugi Cuperlo la dialettica interna è tradizionalmente aspra e franca

Un affare di politica, e un poco pure di famiglia. Che spetti a lei, alla moglie, esprimere pubblicamente le critiche che lui, il marito, deve guardarsi bene dal formulare in modo tanto caustico, è un’ipotesi però che suonerebbe sgraziata. Per lui, che passerebbe per pavido; e per lei, che reciterebbe la parte di quella che inveisce su commissione. Invece forse c’è solo una grande libertà, nei commenti che Ines Loddo dedica, senza mai citarla, a Elly Schlein. Ad esempio: “Curioso. Quanto più cresce il bisogno di parlarsi, confrontarsi, persino di nuovo toccarsi... Toh! Online. Non so perché ma mi tornano alla mente materassi impilati sopra un pisello. Le principesse hanno pretese da principesse”.

Oppure: “Anch’io ho occupato: solo scuola, solo pubblica. Niente altro. E già giravo con le tette al vento”. E ancora: “So che è roba d’altri tempi. Ma la tessera la chiedevi come primo passo. Era un passo educato e silenzioso e la tua sedia era tra le ultime della fila, se c’era”. Tutto su Facebook. E dunque, a suo modo, politicamente rilevante.

Perché Ines Loddo è la consorte di quel Gianni Cuperlo che di Schelin è uno degli avversari – lui sempre garbato, sempre raffinato – al congresso del Pd. Ed è notevole, in questa baruffa social, metà dibattito in sezione e metà dissing, che Loddo si scagli contro alcuni degli aspetti più critici della candidatura della deputata emiliana, eroina della sinistra movimentista: la sua richiesta di procedere al voto online, convinta com’è di potersene avvantaggiare rispetto a Stefano Bonaccini, favorito nei pronostici dei gazebo; la sua prosopopea di ex leader di OccupyPd, il movimento di protesta dei  democratici eterodossi del 2013; il suo essersi candidata alla segreteria di un partito, il Pd, a cui non era neppure iscritta.

Del resto, che Loddo sia affezionata a un’idea di sinistra più tradizionale, lo dimostra il suo curriculum di vecchia militante della Fgci, la federazione giovanile comunista dove conobbe per la prima volta quel Cuperlo che ne fu l’ultimo segretario. E forse fu per fedeltà a quei principi, a quell’idea di sinistra che resta a sinistra, che nel 2018 Loddo arrivò ad annunciare un voto per Leu, dunque contro il partito del marito. Segno, quindi, che in famiglia vige una estrema libertà di scelta. Figurarsi la libertà di parola. 

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.