(foto Ansa)

forza bagnini

Gasparri (FI): “È ora che il governo assegni la delega sui balneari. No a lezioni dall'Ue”

Luca Roberto

Il senatore di Forza Italia sulle norme per mettere a bando le concessioni: "Un'altra proroga? Prendere tempo è meglio che fare le cose male. Il ministro Fitto teme una procedura d'infrazione da parte dell'Europa? Ci aspettiamo una sua iniziativa"

“A Bruxelles non piace la nostra posizione sulle concessioni balneari? Invece di darci lezioni, farebbero bene a operare qualche controllo in più al loro interno. Altrimenti siamo pronti a rimandarli sulle spiagge del Qatar”. Maurizio Gasparri è il vero leader del partito "Forza bagnini". I forzisti sono descritti da più parti come una delle spine nel fianco del governo. Giustizia, pensioni minime, ratifica del Mes, ora Gasparri con la pattuglia di parlamentari di Forza Italia è rimasto uno dei baluardi a difendere più energicamente la categoria nelle pieghe della riforma della concorrenza. La scorsa settimana ha proposto un emendamento per prorogare di un altro anno la decisione sulla messa a bando delle concessioni, opzione già prevista dal governo Draghi. Alla fine non ha trovato sponde favorevoli nella compagine governativa, che ha deciso di non accoglierlo.  Di proroga in proroga, non rischiate così di andare contro la stessa sentenza del Consiglio di stato? “Quel pronunciamento è molto discutibile, perché non è vero che le coste in Italia sono un bene scarso”, spiega al Foglio il vicepresidente del Senato. “In più l’Unione europea nelle sue raccomandazioni non tiene conto delle specificità del settore. Che è composto da aziende fragili e sta già patendo gli effetti di questo inverno. Bisogna decidere una volta per tutte se sono imprese da salvare o da lasciar morire”.

 

Quando all’epoca del governo Draghi l’allora ministro del Turismo Massimo Garavaglia lanciò la palla in tribuna, chiedendo che le specifiche disposizioni del ddl concorrenza fossero approvate dal nuovo governo, nessuno immaginava certo che la partita si potesse risolvere in tutta fretta. E però, all’interno della maggioranza, la posizione di Forza Italia è l’unica ad apparire cristallina. Perché gli alleati, in particolare Fratelli d’Italia, sembrano più dubbiosi sul da farsi. “Io credo che volere tutto e subito sarebbe il massimo. Ma se non ci riusciamo, guadagnare tempo è una buona soluzione. Ecco perché ci vuole un tavolo di confronto con la maggioranza. Che dovrà essere aperto anche alle opposizioni, e alle principali associazioni di categoria”, rimarca Gasparri. Che sul punto ha da muovere una critica velata all’esecutivo: “Dopo mesi siamo ancora qui che aspettiamo l’assegnazione della delega sul demanio”. E dalle cui parole emerge un minimo di apprensione per le parole del ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto, che si è dato un obiettivo preciso: ridurre il numero delle procedure d’infrazione cui l’Italia è sottoposta da parte di Bruxelles. Le quali hanno un costo di un miliardo di euro all’anno. E che riguardano proprio le concessioni balneari, con l’Italia molto attardata nell’applicazione della direttiva Bolkenstein. “Il ministro Fitto sa benissimo quali sono le problematiche legate al settore balneare. Non c’è bisogno che gli spieghi niente. Se mi preoccupano le sue parole? Aspetto solamente una sua iniziativa”, risponde allora l’esponente forzista.

 

In questi primi mesi di governo s’è assistito a una serie di retromarce da parte del governo guidato dalla premier Meloni. Sul punto il capo del governo, quando era all’opposizione, disse che la riforma varata da Draghi rappresentava “un esproprio”, oltre che una “vergogna” e uno “scempio”. Naturalmente una volta a Palazzo Chigi ha abbandonato questi toni. Ma vi preoccupa che possa anche rimangiarsi la parola? “No, mi fido di Giorgia. Ci siamo presentati agli elettori dicendo che avremmo trovato una soluzione ragionevole per il comparto”, è l’ultimo ragionamento di Gasparri. “Se poi siamo in grado di farlo domani, bene. Altrimenti rinviare di un altro anno, come già previsto dal governo precedente, non è uno scandalo”. Non sarebbe un messaggio deleterio da mandare a Bruxelles? “Ve l’ho detto. E’ chiaro che siamo disposti al dialogo con le istituzioni europee, con cui dovremo trovare un compromesso. Ma farebbero meglio a guardare al loro interno piuttosto che darci lezioni di concorrenza”.