le nomine alla regione

Poltrone d'oro per i consiglieri nel Lazio. D'Amato promette: "Taglierò le indennità"

Gianluca De Rosa

L'assessore alla Sanità e candidato del Pd alle regionali interviene sul caso delle nomine ai vertici degli Egato per 8mila euro al mese. "Sono i sindaci ad eleggerli, ma lo stipendio è troppo alto. Tagliarli sarà il mio primo atto da presidente"

Poltrone d’oro alla Regione Lazio. “Bisogna intervenire al più presto”, dice al Foglio, Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio e candidato di Pd e Terzo polo alle prossime elezioni regionali. “Se ci fosse l’ opportunità di modificare subito la norma in consiglio regionale io sono per farlo immediatamente sennò – promette – sarà il primo atto del mio governo”. Parliamo della vicenda degli Egato, gli enti istituiti per il coordinamento a livello provinciale della gestione dei rifiuti. In Lazio sono diventati un caso. La vicenda d’altronde ha i contorni della sfacciataggine. Fratelli d’Italia, che da queste parti è ancora opposizione, ha denunciato un accordo tra il Pd, M5s e Forza Italia per la spartizione delle presidenze e dei vertici direttivi dei nuovi enti. Scranni ambitissimi dai consiglieri della Pisana per nulla certi di essere rieletti. Infatti l’indennità per i presidenti dei nuovi enti, con un emendamento a firma di un consigliere del M5s, è stata alzata: è pari all’ 80 per cento di quella del presidente della Regione Lazio. Che dentro il portafoglio significano circa 8mila euro al mese.


Nei giorni scorsi su alcuni quotidiani è uscita un’ipotesi di spartizione: al Pd andranno le presidenze degli Egato di Frosinone e Roma, a Forza Italia, al consigliere Giuseppe Simeone, quella di Latina, mentre al consigliere grillino Devid Porello, autore dell’emendamento, potrebbe spettare un posto nel direttivo di uno degli enti. La Regione si è affrettata a smentire questa logica spartitoria ricordando – e questo è vero – come a votare sia l’assemblea dei sindaci della provincia interessata. E però, che un accordo politico ci sia stato è risultato evidente a tutti due giorni fa quando le previsioni avanzate sui giornali sono state confermate dalla realtà. E’ stato nominato presidente dell’Egato di Frosinone Mauro Buschini, già presidente del Consiglio regionale, costretto alle dimissioni dall’incarico (ma non dalla poltrona di consigliere) per lo scandalo della Concorsopoli di Allumiere. La deputata laziale di FdI (e tra i papabili candidati presidenti del centrodestra) Chiara Colosimo ha avuto gioco facile a commentare: “Buschini riesce nell’impresa di farsi nominare presidente (da consigliere in carica) in un ente istituito con legge regionale. Il Pd non è un partito, è un navigator”.  


Ma anche dentro al Partito democratico non sono mancate le voci critiche. Tra tutte quella dell’ex vicegovernatore e sindaco di Fiumicino Esterino Montino: “Si sta approfittando del Decreto sostegni-ter che deroga alla legge Severino sulle nomine dei dirigenti, buon gusto e opportunità impedirebbero comunque a procedere a queste nomine”. Il prossimo imbarazzante passaggio potrebbe esserci il 15 di dicembre quando nella sala Tevere del Palazzo della presidenza della Regione di via Cristoforo Colombo è stata convocata l’assemblea dei sindaci della provincia di Roma. Poltrona che dovrebbe andare a Marco Vincenzi, capogruppo del Pd alla Pisana. 


La cosa ovviamente non poteva non destare l’attenzione di Alessio D’Amato, il candidato dem alle prossime elezioni che si è trovato a dover gestire una situazione piuttosto incresciosa. “Non c’è alcun imbarazzo”, dice. “Io proporrò nel  mio programma il taglio delle indennità che dovranno essere parametrate a quelle di un normale funzionario pubblico, dunque con uno stipendio molto più basso di quello irragionevole voluto da un emendamento del M5s, inoltre i presidenti e i membri del consiglio direttivo dovranno rispettare particolari requisiti come il  possesso di idonei titoli di studio”. E però, è probabile che per quando si sarà insediata la nuova giunta i vertici degli Egato saranno già stati votati, con congrua spartizione politica. “Questo non lo so – dice D’Amato – sicuramente io taglierò quelle indennità e pretenderò il possesso dei requisiti, coloro che non li avranno decadranno dall’incarico, la mia è una promessa”.

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