Foto di Filippo Attili, via Palazzo Chigi, via LaPresse 

la misura in manovra

La battaglia di Meloni contro il Pos va in una direzione precisa: l'evasione

Claudio Cerasa

Quale libertà sta cercando di difendere l'attuale governo? Non utilizzare la carta per i pagamenti sotto i 60 euro è una mossa autolesionista dal punto di vista finanziario, oltre che liberticida e pericolosa

Il punto in fondo è tutto lì: capire con chiarezza qual è la libertà che si sta scegliendo di difendere. L’incredibile, surreale e ridicola demonizzazione del Pos (dall’inglese Point of sale, letteralmente “punto di vendita”) messa in campo dal governo Meloni può essere messa a fuoco attraverso due diverse chiavi di lettura. La prima, quella più semplice, la si ricava unendo i puntini. Metti insieme la politica dei condoni (d’altronde è noto che pagare le tasse in orario e pagare le cartelle al momento giusto sono prassi da sfigati di sinistra). Metti insieme la promessa di alzare il tetto del contante (d’altronde chi è chre non gira con più di 6 mila euo nelle mutande?). Metti insieme il fenomeno dei falsi minimi alimentato dalle flat tax sulle partite Iva (leggersi per credere i report di Bankitalia). Unisci a questi puntini la scelta di eliminare le multe per gli esercenti che scelgono di non usare il Pos per importi sotto i 60 euro (per la gioia dei tassisti romani che finalmente possono tornare a dichiarare le corse che vogliono per arrivare a Fiumicino).

 

E alla fine, mettendo in fila tutto, nel migliore dei casi avrete l’immagine di un fisco desideroso di evadere dalla realtà e nel peggiore dei casi avremo l’immagine di un fisco desideroso di evadere dalla legalità. La chiave moralistica, però, non è quella più efficace per ragionare attorno alla scelta messa in campo dal governo Meloni sul terreno della demonizzazione del Pos. Quella più interessante è quella legata a una parola che in teoria dovrebbe stare a cuore al governo di centrodestra: libertà. Il punto in fondo è tutto lì: qual è la libertà che si sta scegliendo di difendere rendendo più difficile l’utilizzo del Pos? La tesi della destra nazionalista è che dare la possibilità di non utilizzare il Pos per i pagamenti sotto i 60 euro, norma ieri confermata dal governo, è un modo utile per dare ai commercianti più libertà, più libertà di scelta, difendendo al contempo gli esercenti dal famigerato strozzinaggio delle banche (tra il 2009 e 2016, a proposito di strozzinaggio, in Italia i costi dei pagamenti con carte per i commercianti sono scesi in media da 0,96 euro a transazione a 0,46, e nel nostro paese le commissioni sui pagamenti con il Pos sono circa all’1,1 per cento, contro una media europea dell’1,2 per cento, per non parlare poi del fatto che non si capisce per quale ragione il Pos non andrebbe pagato, dato che il Pos offre a ogni commerciante un servizio non indifferente: non lo costringe a dover portare i soldi in banca, lo espone meno al rischio rapine, gli permette di avere una rendicontazione automatica degli scontrini emessi).

 

Il problema di quest’idea, però, l’idea di rendere i commercianti liberi dalla schiavitù del Pos, è che oltre a essere una decisione autolesionista dal punto di vista fiscale – uno stato che non fa tutto il necessario che potrebbe fare per combattere l’evasione fiscale è uno stato che nel migliore dei casi sceglie di farsi involontariamente del male e che nel peggiore dei casi sceglie di fare volontariamente del male a chi le tasse le paga sempre – è anche una decisione che va clamorosamente contro l’idea di offrire maggiore scelta ai consumatori.

 

Rendere più semplice per un commerciante rifiutare i pagamenti cashless significa evidentemente rendere più difficile per un consumatore avere sempre la possibilità di scegliere cosa fare e come pagare. E se si dice che si vuole dare la libertà a tutti di spendere senza problemi i contanti che si hanno nelle mutande (tetto al contante) non si può togliere la libertà a chi vuole pagare senza contanti di farlo quando si vuole, dove si vuole, per qualsiasi cifra, anche per pagare le mutande in cui tutti i noi nascondiamo i contanti. E se si sceglie invece di fare quello che sta facendo oggi Meloni, contanti più facili e Pos più difficili, il sospetto è che la direzione suggerita sia quella e solo quella: evadere. Nel migliore dei casi dalla realtà, nel peggiore dei casi dal fisco. Viva il Pos!

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.