(foto Ansa)

sovranismi

Meloni e Salvini al Parlamento europeo stanno (ancora) con Orbán

Luca Roberto

I deputati europei di Fratelli d'Italia e Lega votano contro la risoluzione anti Ungheria, per chiedere di bloccare l'erogazione dei fondi senza miglioramenti effettivi sullo stato di diritto

Era uno degli interrogativi di queste ore, almeno per chi si interessa di questioni europee: cosa avrebbero fatto gli eurodeputati di Fratelli d'Italia e Lega votando la risoluzione proposta al Parlamento europeo che condanna l'Ungheria di Viktor Orbán e che chiede di interrompere l'erogazione dei fondi europei senza effettivi miglioramenti sullo stato di diritto? La risposta è arrivata quest'oggi. E segna uno scollamento rispetto allo storico collocamento dell'Italia. Perché i rappresentanti di Giorgia Meloni e Matteo Salvini di stanza a Bruxelles e Strasburgo hanno deciso di assecondare le proprie rispettive allenze continentali invece di quella che a livello nazionale li lega a un partito come Forza Italia, iscritto al Partito popolare europeo. E così si sono opposti alla risoluzione, che però alla fine è comunque stata approvata dalla maggioranza, espressione della coalizione Ursula (416 favorevoli, 124 i contrari e 33 astenuti).

Secondo il testo votato oggi, la Commissione e il Consiglio europeo dovrebbero resistere alle pressioni dell'Ungheria, ed essere maggiormenti rigorosi nella valutazione dei 17 punti su cui il paese che aderisce al blocco di Visegrad si è impegnato a riformarsi. Per questo chiedono che i due maggiori organi di controllo dell'Unione europeo possano far sì che le ambiguità di Orbán non condizionino le grandi partite in cui è immersa Bruxelles tra aumento dei prezzi dell'energia e guerra in Ucraina. E come soluzione individuano l'interruzione dei fondi legati al Pnrr e altri bandi europei.

Due dei paesi fondatori come Francia e Germania nelle scorse settimane hanno apprezzato l'accordo sottoscritto da Budapest sulle riforme, ma hanno chiesto passi concreti. Oggi per l'Italia sarebbe stata l'occasione di prendere una posizioni ugualmente intransigente. Ma, evidentemente, piuttosto che gli interessi degli italiani, Salvini e Meloni hanno scelto di difendere gli interessi degli ungheresi.