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EDITORIALI

Il sindaco di Piombino ricorre contro il rigassificatore: crolla la credibilità di Meloni

Redazione

La premier aveva detto ai suoi: “Tranquilli, è solo propaganda, non ci sarà alcun ricorso al Tar".  Ora si rischia di perdere mesi, su un dossier in cui il tempo non è una variabile secondaria

Aveva detto ai suoi: “Tranquilli, col sindaco di Piombino me la vedo io”. Aveva tranquillizzato il  ministro Gilberto Pichetto: “Tranquillo, è solo propaganda, ma non ci sarà alcun ricorso al Tar”. E invece oggi, alla faccia delle rassicurazioni dispensate in queste settimane da Giorgia Meloni, il sindaco di Piombino, il meloniano Francesco Ferrari, ha annunciato che sì, il ricorso al Tar contro il rigassificatore lui lo fa davvero. “Coerentemente con quanto annunciato – ha dichiarato  Ferrari – e con i grandi sforzi e la determinazione di tutta la città, la prossima settimana l’avvocato Greco depositerà il ricorso”.  

Colpiscono molte cose, in questa vicenda che vede un amministratore locale di FdI sabotare un progetto che la presidente del Consiglio di FdI – a proposito di “coerenza” – ritiene strategico per gli interessi nazionali.  E le parole stesse del sindaco aiutano a illuminare questi paradossi. “Il lavoro del comune – spiega Ferrari – si fonda sulle evidenti violazioni di legge che hanno viziato il procedimento amministrativo”. Dunque, viene da pensare, in FdI c’è chi crede che Meloni stia assecondando un progetto illegittimo. E ai vertici di FdI sta bene così. “La squadra legale che abbiamo scelto sta lavorando per individuare le migliori strategie processuali che ci porteranno in tempi più rapidi possibile a una positiva risoluzione del processo”, conclude il sindaco. E verrebbe da obiettare che la soluzione più rapida consiste nel non fare ricorso a quel Tar del Lazio che ha dimostrato più volte di essere in grado, anche solo in virtù di cavilli e vizi di forma, di bloccare progetti e investimenti perfino più consistenti di quello della Golar Tundra. Si rischia di perdere mesi, su un dossier in cui il tempo non è una variabile secondaria: il rigassificatore deve entrare in funzione nella primavera 2023, secondo i piani di approvvigionamento energetico nazionale. Evidentemente abbandonare la propaganda che ha permesso a FdI di arrivare al governo non è sempre possibile, per Meloni, neppure quando l’abiura sarebbe l’unica via per governare.