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Patrioti a parole

Sul Mes Giorgetti si nasconde dietro Draghi e la Germania. Ma il problema sono Salvini e Meloni

Luciano Capone

Sulla ratifica, "aspetto la decisione della Corte costituzionale tedesca, come il governo precedente”, dice il ministro dell'Economia. Ma il suo predecessore Franco non aveva fatto alcun riferimento ai giudici di Karlsruhe. Piuttosto fu frenato dall'opposizione di Lega e Fratelli d'Italia

Durante l’audizione sulla Nota di aggiornamento al Def davanti alle Commissioni riunite di Camera e Senato, è stato nuovamente chiesto al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti della posizione del governo rispetto alla ratifica del nuovo trattato del Meccanismo europeo di stabilità (Mes). E Giorgetti ha fornito la stessa risposta data nei giorni scorsi. “Faccio esattamente come il mio predecessore e come Draghi. Non mi risulta che il governo Draghi abbia approvato in Consiglio dei ministri la ratifica del Mes. La decisione era di attendere la Corte costituzionale tedesca, confermo che aspetto la decisione della Corte costituzionale tedesca,  come il governo precedente”. Le cose, però, non stanno affatto in questi termini.

La posizione di Giorgetti non è la stessa del suo predecessore, perché Daniele Franco non aveva intenzione di aspettare la Corte di Karlsruhe. Il  ministro dell’Economia del governo Draghi, infatti, lo scorso febbraio disse in Parlamento che il governo era intenzionato a “presentare il disegno di legge di ratifica alle Camere”, dato che la revisione del Mes “contribuisce a proteggere la stabilità finanziaria dell’area euro”. Pertanto, disse Franco,  l’Italia “darà seguito agli impegni verso i partner europei”.

Non c’era alcun riferimento all’attesa della sentenza della Corte costituzionale tedesca, che d’altronde non dovrebbe interessare affatto l’Italia, visto che è una questione giuridica interna della Germania: il Parlamento tedesco ha già votato a favore della ratifica, ma pende un ricorso di alcuni parlamentari secondo i quali servirebbe una maggioranza di due terzi anziché semplice. A oggi Italia e Germania sono gli unici due paesi su 19 dell’Eurozona a non aver ratificato il Mes, ma le situazioni sono completamente diverse visto che solo  nel nostro caso il Parlamento non si è mai espresso.

 

Ciò che frenò il governo Draghi, e nello specifico il ministro proponente Franco, dal presentare il disegno di legge non fu la Corte di Karlsruhe ma la Corte di Pontida. Perché a opporsi alla ratifica del Mes era la Lega di Matteo Salvini, ovvero il partito di Giorgetti. E una posizione analoga, ma più decisa, ce l’aveva Giorgia Meloni: “Il ministro Franco ha annunciato che il governo è intenzionato a riesumare la ratifica della riforma del Trattato del Mes. Noi non abbiamo cambiato idea: siamo pronti a respingere con tutte le nostre forze questo ennesimo tentativo di riforma di un Trattato che non fa gli interessi dell’Italia”, diceva l’attuale presidente del Consiglio. E pertanto, anche a causa della concomitante invasione russa dell’Ucraina, il governo Draghi decise di non forzare la mano sul Mes per preservare lo spirito di unità nazionale.

Se quindi non si va avanti sul Mes è per gli stessi motivi di allora (l’opposizione di Lega e FdI) ma non perché c’è continuità di vedute tra i due governi. Draghi non si è mai nascosto dietro la Corte di Karlsruhe, Giorgetti non si nasconda dietro Draghi.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali