Altro che bollette

Berlusconi agita gli incubi di Meloni tra Putin, Casellati e Ronzulli

Carmelo Caruso e Valerio Valentini

Il Cav. senza freni su Russia, giustizia e sul compagno della Meloni. Lei in privato: "Uscita di cattivo gusto". Lo scontro tra Ronzulli e Tajani. La tenuta del Senato è già a rischio

Hanno le chiavi di Palazzo Chigi: sono gli unici che possono fare fallire Giorgia Meloni. Silvio Berlusconi con la Russia: “Ho riallacciato i rapporti con Putin. Mi ha regalato 20 bottiglie di vodka e io 20 di lambrusco”. Licia Ronzulli con l’ostruzionismo. Per metà partito è Giovanna d’Arco per l’altra metà è una strega. Un deputato di FI: “E’ la nostra Maddalena”. La odiano tutti, la amano tutti. Di nascosto: “E’ la migliore a distruggere”. Viso a viso: “Licia sei la nostra presidente”. Per volere del capo, del Cav., da ieri cumula due cariche: è capogruppo al Senato ma anche capo del Cln anti Meloni. Lunedì sera, a Villa Grande, raccontano che Antonio Tajani abbia iniziato a rimproverarla al che Silvio Berlusconi ha allungato la mano: “Adesso ti devi fermare”. E’ lei che tiene il fazzoletto di Silvio Cristo. 


La Maddalena indossa il fazzolettone rosso come Ferruccio Parri. Per suo volere, il volere di Licia Ronzulli, Alessandro Cattaneo è stato indicato capogruppo alla Camera. Berlusconi: “L’hanno trattata in maniera indegna”. Ronzulli: “Questi giorni sono stati più faticosi di un parto”. Giorgia Meloni non ha ancora compreso con chi ha a che fare. Ieri mattina, entrando al Senato, il Cav. che stava per annunciare la nomina di Ronzulli a capogruppo ha dichiarato ai giornalisti: “Licia è molto più di una capogruppo”. Si dice, e chi lo dice c’era, che durante le regionali in Campania un dirigente di FI osò scavalcarla e parlare direttamente con Berlusconi. Il giorno seguente apprese dai giornali che il candidato non era più lui. Le capitò, tempo dopo, di incontrare Licia, la “Maddalena”. Lei lo guardò con la stessa smorfietta, quella della Lola di “Cavalleria rusticana”, la stessa smorfietta che aveva l’altro giorno al Senato, e lo ammonì così: “Cosa credevi di fare?”.

 

Il mondo di FI si è diviso e il Cav. ha scelto da che parte stare. Ogni volta che arriva la Maddalena il mondo si ferma. Perfino Rocco Casalino si inchina. Francesco Paolo Sisto le fa il baciamano. Le ha regalato un mazzo di rose. Valentino Valentini, uno dei più severi, uno che non ha mai amato la Forza Italia in versione Forza Continua, si sa regolare: “Certo Licia, ovvio Licia”. Claudio Lotito telefona più a lei che all’allenatore della Lazio. Maurizio Gasparri spiega: “La scelta della Ronzulli è un segnale che noi non rinunciamo alla nostra identità”. Giorgio Mulè, che di Berlusconi è il prefetto per la dottrina della Fede, uno che ha rinunciato a fare il capogruppo e che dunque sarà vicepresidente della Camera, istituzione e agibilità politica, è un altro che ha scelto di stare con Cristo. Dario Damiani, altro deputato, dicono si arruolerebbe nell’esercito per Licia. Ecco cosa ha fatto Meloni: l’ha trasformata in un’idea. Ignazio La Russa l’ha rincorsa nella buvette del Senato, mentre lei beveva una spremuta, e le ha detto: “Licia per noi, a cui piace la politica, ricoprire l’incarico di capogruppo vale più di un ministero”. E’ lo stesso La Russa, ridanciano, che quando spartiva i seggi con Tajani scherzando domandò: “Scusa Antonio, ma chi è questo Batistuta?”.

 

Si tratta di un bravissimo deputato che si chiama Battistoni e che è stato eletto nelle Marche. La sua colpa è di essere vicino a Tajani. Ma è una colpa? Paolo Barelli, un altro tajaneo, all’assemblea di Forza Italia, per eleggere Cattaneo, capogruppo alla Camera, non si è presentato. La Maddalena: “Voglio credere che aveva un impegno”. Cosa è accaduto in questa famiglia? Tajani che si è speso come un padre e che si prendeva gli sputi di tutti quelli che gli dicevano: “Antonio, agisci, fermala, ferma Licia”, manca poco e lo sequestrano come nelle “Conseguenza dell’amore” di Sorrentino. C’è stato un momento fatale. Un giorno è stato visto entrare da Giorgia Meloni senza avere il permesso della Maddalena e del Cav. Da allora, chi sta con Licia dice che “il 25 settembre di Tajani corrisponde al suo 8 settembre”. Un senatore di FI, rigorosamente anonimo, difende la Maddalena: “Attira i fulmini. Licia è vicina al sole e chi è vicino al sole si brucia. Ma chi è vicino al sole emana luce pura”. Berlusconi per lei ha cambiato registro.

 

Al Senato parlava come Beppe Fenoglio: “Non siamo un paese democratico. Per questo serve una svolta sulla giustizia”. Pretende Maria Elisabetta Casellati ministro della Giustizia, mal che vada deve andare a fare la vice del Csm. Se non ci va lei, ci deve andare Fiammetta Modena sempre di FI. Si scrive spesso che il Cav. abbia perso, si scrive, ma sentite cosa ha ricordato, ieri, alla Meloni: “Con Meloni non c’è mai stata distanza. Il suo uomo lavora a Mediaset”. E lei, in privato: “Una uscita di cattivo gusto”. E così insomma pure le gaffe, i presunti scivoloni, diventano armi da brandire contro la leader di FdI – una di cui dice: “Le ho chiesto tre ministeri, mi ha riso in faccia” – e chi la spinge a lanciare l’opa su FI. Anche l’audio del Cav. che abbiamo citato all’inizio di questo pezzo. Si maligna che dopo questa riverenza a Putin il futuro di Tajani alla Farnesina sia incerto. Berlusconi è così.  Se tutto va bene avrà un partito al governo (Tajani, Pichetto, Bernini) e un altro che resiste come i partigiani nelle Langhe. Tajani, che basta guardarlo in viso, non sarebbe capace di fare male neppure a un gatto, viene adesso accostato al noto inquisitore domenicano: “E’ Bernardo Gui”. Ronzulli per chi vuole bene a Tajani è invece la “strega”. Forza Italia è la nostra Benevento. Si bruciano corpi.

 

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