Movimento 5 Xylelle

Il M5s candida in Puglia un negazionista della pericolosità della Xylella

Luciano Capone

Il partito del ministro dell'Agricoltura in Puglia punta sul prof. Nicola Grasso, giurista che definiva “presunta malattia delle piante” la strage degli ulivi pugliesi: per lui il piano per fermare il batterio era un complotto. La realtà parla di 21 milioni di alberi infetti e un miliardo di danni

“Si scaldano i cuori dei banchieri, figuratevi quello di un ingegnere triestino...” L’ultima volta, subito dopo la fine del governo Draghi, Stefano Patuanelli si era presentato commosso all’assemblea nazionale della Coldiretti, dove aveva ricordato l’impegno del governo nel contrasto alla Xylella, il batterio che fa seccare gli ulivi. Ieri il ministro dell’Agricoltura è tornato a parlare all’associazione degli agricoltori in occasione della “Settimana internazionale dell’olio extravergine di oliva”. Patuanelli avrebbe dovuto portare con sé Nicola Grasso, costituzionalista dell’Università del Salento, candidato dal M5s in Puglia, che per anni si è battuto in piazza e nei tribunali per contestare la pericolosità della Xylella: era tutto un complotto dei poteri forti contro gli ulivi pugliesi, diceva.

 

Per anni un caravanserraglio di cantanti, attivisti, grillini, ambientalisti – inclusi i Verdi di Angelo Bonelli alleati del Pd – giornali, trasmissioni televisive e, ovviamente, la magistratura hanno cavalcato le più assurde tesi cospirazioniste secondo cui la presenza in Salento di questo batterio che fa seccare gli ulivi era un complotto. Le tesi erano completamente contraddittorie: da un lato si sosteneva che la Xylella fosse stata introdotta per distruggere il paesaggio pugliese, e contemporaneamente che in realtà fosse innocua e quindi era solo un pretesto per distruggere gli ulivi.

 

A un certo punto ci si è buttata sopra anche la magistratura, con un’inchiesta della procura di Lecce che ha fatto sfigurare l’Italia nel mondo, perché ha messo sotto accusa i ricercatori che avevano scoperto il batterio e volevano fermare la malattia additandoli come untori. Lo scopo era fermare le misure del governo, concordate con la Commissione europea e le massime autorità scientifiche europee, per contenere il batterio e l’epidemia. Tutto questo castello di ridicole accuse è crollato, ma il batterio ha continuato ad avanzare distruggendo il paesaggio e l’economia, seccando gli uliveti. La Xylella nel frattempo ha infettato 21 milioni di alberi producendo, secondo la Coldiretti, oltre un miliardo di euro di danni.

 

Ebbene, tra i massimi rappresentanti di questo movimento antiscientifico che ha oggettivamente favorito l’espansione dell’epidemia, c’è Nicola Grasso, che il M5s ha candidato all’uninominale in Puglia. Il professore associato di Diritto costituzionale all’Università del Salento è stato il punto di riferimento giuridico di tutti i ricorsi degli agricoltori per bloccare il piano di contenimento della malattia, che prevedeva l’espianto delle piante contagiate e l’uso di fitofarmaci per colpire gli insetti-vettori che diffondo il batterio da una pianta all’altra. In una manifestazione del marzo 2019 in piazza Sant’Oronzo a Lecce, in compagnia dei movimenti del fronte negazionista, Grasso parlava di “presunta malattia delle piante” e negava il nesso di causa-effetto tra il batterio e il disseccamento degli ulivi: “Qui non si nega né l’esistenza di Xylella né di alberi secchi, si cerca di capire se tutti gli alberi secchi hanno la Xylella e se è colpa di Xylella”. Insomma, un ragionamento che ha anticipato le discussioni sui morti “per” Covid o “con” Covid di pochi anni dopo. C’erano tanti alberi morti “con” Xylella, ma il giurista Grasso non riteneva che fossero morti “per” Xylella, a differenza di quanto sostenevano i report dell’Accademia dei Lincei o dell’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare).

 

Per il grillino Grasso la Xylella è utilizzata “come un cavallo di Troia”. Si tratta, secondo lui, della “realizzazione di un disegno concepito circa venti anni fa da alcuni ricercatori che, nel definire improduttiva l’olivicoltura del Salento ne auspicavano la riconversione al superintensivo pur constatando che tale progetto sarebbe stato impossibile da realizzare in presenza di normative che tutelano gli alberi di ulivo e ne impediscono l’espianto”. Pertanto, per sventare questo complotto di ricercatori e poteri forti, Grasso suggeriva di non estirpare gli ulivi malati: “Aspettiamo alcuni anni”, diceva.

 

E in parte, vuoi per l’azione della magistratura, vuoi per l’inazione del presidente della regione Michele Emiliano, è andata così: il batterio non ha aspettato i tempi della giustizia e ha proseguito la sua avanzata, su ormai 8 mila chilometri quadrati, uscendo dal Salento. Ormai la Xylella è arrivata a Monopoli e Polignano a Mare, a sud di Bari. Ma il M5s e il ministro Patuanelli hanno candidato Nicola Grasso nel collegio di Molfetta, a nord della linea della Xylella, dove probabilmente non lo conoscono per le sue posizioni. Anche perché quella zona della Puglia è il centro dell’olivicoltura di qualità. Il ministro Patuanelli ha ancora qualche giorno di tempo per presentare il suo candidato alla Coldiretti locale.

 

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali