Il segretario pd Enrico Letta con i giovani candidati Pd. A destra Raffaele La Regina (Ansa) 

Il tarlo anti israeliano a sinistra

Redazione

Le frasi stupide di un “giovane” candidato, Raffaele La Regina, e tante scuse. Bene Enrico Letta, ma c’è molto da fare

Una vicenda tutto sommato minore, la pubblicazione di alcune affermazioni anti-israeliane del segretario del Pd della Basilicata Raffaele La Regina, candidato alle elezioni come “giovane speranza”, si è conclusa con le scuse, un po’ grottesche, dell’interessato e la conferma da parte di Enrico Letta della posizione del Pd “schierato a difesa del diritto a esistere dello stato di Israele, della sua sicurezza e del percorso di pace”.

 

Tuttavia un problema esiste: mentre le posizioni ufficiali del partito sono sicuramente estranee alla propaganda anti israeliana e antisemita, permane nella militanza un’area di incertezza e di confusione, che riguarda soprattutto (ma non solo) le generazioni più giovani per le quali l’epopea della nascita e dell’autodifesa eroica di Israele è storia antica, mentre la impossibilità di risolvere la questione palestinese parla di più alla loro sensibilità. In una fase in cui sembra che si assista a una svolta nelle relazioni tra Israele e i paesi arabi del Golfo a causa della comune ostilità verso l’Iran, la causa palestinese pare abbandonata a sé stessa, con il doppio effetto di una tendenza all’integrazione dei palestinesi residenti sul territorio israeliano (promossa o ostacolata dai governi di Gerusalemme secondo il loro diverso orientamento) e di una tendenza opposta alla rivolta sostenuta dell’esterno con i lanci di razzi di Hamas e di Hezbollah.

 

Confrontarsi con questa situazione complessa e contraddittoria non è semplice per nessuno, il che induce a limitarsi a ripetere principi generali (come ha fatto Letta e come fanno i leader di quasi tutte le formazioni politiche, esclusa l’estrema sinistra). Questo non aiuta però i militanti a capire i nodi attuali del problema e li spinge in molti casi ad assumere posizioni declamatorie che finiscono col confinare, e talora sconfinare, nell’antisemitismo. E’ un problema antico della sinistra non solo italiana (basti pensare alle posizioni antisemite che fino a poco tempo fa prevalevano nel Partito laburista), e andrebbe affrontato. Ma non un argomento spicciolo di campagna elettorale. 

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