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Rai “matricola”. La Lega attacca il Tg1 (in nome della Meloni)

Carmelo Caruso

Il personale di cui la rete ha bisogno potrebbe essere il pretesto per fare la guerra alla direttrice Monica Maggioni. Il comunicato della destra contro "l'infornata di giornalisti di centrosinistra"

Se li utilizzi tu è “infornata”. Se li seleziono io è “competenza”. Dal sottosuolo Rai. Comunicato del 3 agosto a firma Lega-Fi: “Stop a ennesima infornata di giornalisti di centrosinistra a cominciare dal tg della rete ammiraglia”. Diciamo subito che il comunicato è mezzo sbagliato e che la cosiddetta “infornata” non riguarda il Tg1 ma i programmi del day time. Sono quelli gestiti dalla direttrice Simona Sala ma in questo periodo di campagna elettorale vengono ricondotti alla testata, il Tg1. Ecco perché il riferimento al Tg1. I bersagli, nel dettaglio, sarebbero Alberto Matano e Serena Bortone alla guida de La Vita in diretta. Il comunicato è tuttavia importante per due motivi.

 

Primo motivo, c’è un’attenzione “particolare” nei confronti della direttrice Monica Maggioni. E’ un attenzione che viene dalla Lega, il partito che avrebbe voluto assegnare un programma Rai a Francesco Giorgino. E’ l’ex mezzobusto del Tg1 che non ha voluto, lui dice potuto, condurre le rassegna stampa del mattino ideata dalla Maggioni. Altro dettaglio. La Lega ha chiesto ieri la sospensione immediata di Elisa Anzaldo, altra conduttrice del Tg1 colpevole di aver “irriso” Giorgia Meloni. L’irrisione quale è? In compagnia del bravissimo, e garantista, Alessandro Barbano ha commentato il presunto tifo laziale della leader di FdI.

 

Barbano dice: “Diciamo che non è il peggior peccato di Giorgia Meloni”. Anzaldo sorridendo risponde: “Ce ne sono tanti altri”. Se pure Fdi ha capito lo spirito ridanciano perché deve essere la Lega a prendere le difese (non richieste) della Meloni? Da quando fanno gli avvocati dell’altro leader? Anzaldo si è scusata. Ma torniamo al comunicato. Il secondo motivo di’importanza riguarda le “prime utilizzazioni”. In qualsiasi giornale un direttore si sceglie i collaboratori meritevoli che predilige. Li chiama, li contrattualizza. In Rai è diverso tanto più sotto elezioni.

 

Chi collabora in queste settimane, collabora con il Tg, vale a dire con la testata, e il lavoro svolto potrebbe equivalere a una specie di praticantato. Molti dei giornalisti Rai sono entrati così. La beffa è un’altra: di queste matricole ce ne sarebbe bisogno perché grazie al diritto Rai (l’iper diritto viale Mazzini) i direttori si trovano ad avere redazioni a corto di personale. Cosa insegna questa ennesima storia? Che ai partiti non importa nulla della Rai e dell’infornata. C’è il serio dubbio che in questa vicenda, l’informata, sia solo un pretesto per fare la guerra a una direttrice. L’urgenza semmai è stabilire una regola chiara per le “prime utilizzazioni”. Considerazioni finali. Amministratori delegati, direttori dell’approfondimento che si lasciano prendere a sberle dai partiti... In Rai sono tutte hombre vertical. Togliamo vertical.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio