l'intervista

Zicchieri dalla Lega a Italia Viva, passando per Di Maio: "Renzi mi ha guarito dal populismo"

Simone Canettieri

Dopo i contatti con il ministro degli Esteri, l'ex vicecapogruppo del Carroccio cambia di nuovo e diventa renziano: "Prima ero un populista, ora sto con il vero Matteo"

Da Matteo Salvini a Matteo Renzi. Passando per Luigi Di Maio. "Da oggi sto con Italia Viva", dice al Foglio Francesco Zicchieri già vicecapogruppo della Lega alla Camera. Un vero e proprio pendolare dei partiti in questo scorcio di legislatura. “In questi quattro anni in Parlamento mi hanno fatto toccare i problemi reali del paese e la vita delle istituzioni: pandemia e guerra mi hanno segnato. Renzi è un leader che mette al centro gli interessi degli italiani e non quelli del partito e dei sondaggi. E lo ha fatto fino all’ultimo cercando di lavorare per l’avvento di Draghi: la sua è una grave perdita”, dice al Foglio. 

Il leghista laziale se ne andò dal Carroccio due mesi fa in polemica con Salvini dopo non essere stato nominato responsabile del dipartimento sport. Da quel momento è iniziata la sua traversata nel deserto alla ricerca di una nuova casa. Sicché dal misto si è messo in moto per traslocare in Insieme per il futuro, la pattuglia parlamentare guidata da Luigi Di Maio con gli ex M5s. Accordo chiuso ma subito saltato. L'instancabile Ziccheri non si è dato per vinto. E oggi ecco la nuova destinazione: Italia Viva. 

Passare da Salvini e Renzi è un salto carpiato? “Prima ero un populista, ma stare vicino a Renzi mi ha guarito”. Come mai con Di Maio è saltato tutto? “Con Luigi abbiamo, parlato c’è molta stima, ma Italia viva ha un progetto più solido. Ma il mio rapporto con Ettore Rosato mi ha convinto ad abbracciare Renzi, un grande leader”. Lo ammetta, spera di essere ricandidato? “Sono a disposizione di Matteo, quello vero. Seguirò le indicazioni di Renzi”.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.