Il caso Verona rivela la guerra Lega-FdI

Salvo sorprese non ci sarà l'accordo Sboarina-Tosi. Il centrodestra si avvia così a perdere le elezioni in città per stessa, ovviamente non ufficiale, ammissione di alcuni leader nazionali. Così Salvini e Berlusconi potranno sostenere che Meloni è inadatta alla guida della coalizione

Salvo al momento improbabili sorprese, a Verona non ci sarà accordo tra Federico Sboarina e Flavio Tosi. Il sindaco uscente rifiuta per ragioni di profondissima disistima politica e personale l’apparentamento con Tosi, entrato giovedì in FI e forte di un consenso personale in città. E in questa sua scelta è sostenuto da Giorgia Meloni. Che sta provando a convincere Salvini, Berlusconi e lo stesso Tosi a un accordo che non preveda l’apparentamento. Ma il negoziato sta naufragando malamente. Il centrodestra si avvia così a perdere le elezioni in città per stessa, ovviamente non ufficiale, ammissione di alcuni leader nazionali.
   

A Verona la partita è tuttavia interessante perché lascia intravvedere tutte le difficoltà personali, e e di convivenza, che attraversano la coalizione di centrodestra. Per Meloni vincere a Verona sarebbe stato il sugello su una tornata elettorale estremamente positiva per il suo partito, Fratelli d’Italia. Il preludio della sua ascesa alla guida dell’intera coalizione.  

 

La sconfitta, ormai prevedibile a Verona, sta invece dando modo a Salvini e Berlusconi – tra loro alleati – di sostenere che Meloni sia in realtà inadatta alla guida della coalizione perché “incapace di mediare, unire e fare sintesi” come dimostrerebbe il caso del mancato apparentamento tra Sboarina e Tosi. Ragione per la quale Meloni, capendo la trappola e l’insidia, vorrebbe fosse chiaro che la responsabilità non è certo soltanto sua. Dunque sta chiedendo a Berlusconi e Salvini di chiudere tutti insieme la campagna elettorale nella città veneta. Improbabile che Berlusconi e Salvini accettino. I rapporti personali tra i tre, o meglio tra i due maschi e Meloni, sono da tempo ai minimi termini. Per Salvini, ma anche per Berlusconi, vincere sulla sinistra è importante. Ma arginare Fratelli d’Italia forse non lo è di meno. (sm)