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Draghi fa l'ottimista. “Il pessimista non produce. È solo triste”. Abbasso gli imbronciati

Il premier fa visita agli studenti veneti di Sommacampagna e parla di guerra, pace, e futuro: “Dovete stare nel futuro per vincere. Divertitevi”

Carmelo Caruso

I canti, i saluti agli studenti di Sommacampagna, la metafora del piccolo che viene preso a schiaffi dal grande per descrivere la guerra tra Ucraina e Russia (“ma ormai il piccolo è diventato grande, grazie agli amici”) e infine abbasso ai pessimisti. Mario Draghi si presenta in una scuola veneta (“mi sento veneto anche io”; lo è la moglie Serena Cappello) e si confida. Come era accaduto in una passata occasione, al punto luce Save the Children, a Roma, esce il lato personale, che Draghi ha sempre tenuto segreto. “Dalla mia famiglia ho imparato a chiedermi: cosa ci faccio qui? Che combino?”.

 

La promessa: “Non voglio parlare difficile”. L’elogio agli insegnati che non si sacrificano. “Si divertono”. E poi una descrizione del pessimista grazie alla sponda di Luca Zaia, il presidente della regione Veneto. “Non serve a niente. Sta seduto. E’ arrabbiato e triste. Non produce. Bisogna essere ottimisti guardare con ottimismo il futuro. Senza ansia! Mi raccomando. Bisogna stare nel futuro per vincere”. Il consiglio: “Vi dovete divertire”. Mica come i pessimisti. Gli imbronciati! Se li vedete, allontanatevene. ☺

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  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio