I movimenti a destra

Berlusconi e Salvini in "bicicletta". Ad Arcore prove di lista unica

Gli uomini della Gelmini: "E' il massacro dei gatti"

Carmelo Caruso

Il Cav. e il leader della Lega stanno ragionando sull'operazione "bicicletta", i due simboli unificati come Nenni e Saragat. Per gli uomini di Gelmini, Carfagna e Brunetta è quasi resa. Il porto è Carlo Calenda

Non sarà partito unico ma sarà quasi certo lista unica. Forza Italia e Lega stanno ragionando sul serio all’operazione “bicicletta”. Il modello è antico quello tra Psi-Psdi unificati, l’alleanza Nenni-Saragat alle elezioni del 1966. Una lista, una dicitura, e sotto i simboli dei due partiti, appunto due ruote. Sarebbe questo il vero motivo che ha spinto Matteo Salvini e Silvio Berlusconi a incontrarsi ad Arcore poche ore fa. Il leader della Lega era accompagnato dal suo uomo di riferimento per quanto riguarda gli argomenti elettorali, Roberto Calderoli.

 

Sono prove di ciclismo poltico, di tandem, testimoniate dalla nomina di Lucia Ronzulli a commissario del partito in Regione Lombardia, da anni, responsabile dei rapporti con i partiti e da sempre favorevole a un’intesa con la Lega. Il modello è quello siciliano che Salvini sta sperimentando. La dicitura che potrebbe federare è “Prima l’Italia”. Ad accelerare questo processo è stato lo sfogo di Mariastella Gelmini, riportato dal Foglio, e la successiva decisione di stabilire la catena di comando in Forza Italia. I parlamentari vicini ai ministri, Gelmini, Carfagna, Brunetta dicono ormai “è il grande massacro dei gatti”. I gatti sono loro, gli uomini e le donne vicine ai ministri, sono gli “scarlatti”.  Sanno che non saranno ricandidati. Un senatore vicino alla ministra degli Affari Regionali dice: “Siamo parlamentari finiti. Io ho ripreso a occuparmi del mio vecchio lavoro”. Sono storditi dal colpo inferto sabato sera da Berlusconi. Oggi parlano di “catastrofe”.

 

E’ ovviamente una altra area di partito che si oppone a quella che fa riferimento alla Ronzulli che, va detto, ha solo i favori del presidente. Quando dice “sono stata scelta” da Berlusconi non mente. Il problema è che l’area più cattolica, vicina alla Gelmini, a un mondo vicino a Comunione e Liberazione si oppone alla lista unica. Ecco cosa rispondono: “Ci chiedono di passare da berlusconiani a ronzulliani. Non possiamo”. Era un’altra delle rivedicazioni della ministra Gelmini: “Stiamo perdendno il mondo cattolico” confidata al coordinatore Antonio Tajani. L’area ministeriale non vuole però uscire anche perché fuori dal partito l’unico porto sarebbe una lista centrista con Carlo Calenda: “Tifano per la nostra uscita. Ma la legge elettorale non consente operazioni”. Sanno che devono trovare una nuova casa ma al momento sono senza passaporto.

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio