(Foto di Ansa)

Il caso

Tre anni di attese, Catalent se ne va dall'Italia. FdI: "Cingolani cacci i burocrati"

Mariarosa Maioli

La multinazionale farmaceutica era in attesa di permessi dal ministero della Transizione Ecologica. In regione Lazio diventa un caso, con la consigliera Colosimo contro la sottosegretaria M5s: "E' di Frosinone e non ha fatto nulla"

La multinazionale farmaceutica Catalent ha preferito Oxford ad Anagni, nonostante inizialmente il progetto di costruire otto bioreattori era stato pensato proprio nel Lazio. L'ennesima occasione persa è imputabile ancora una volta alla lenta macchina burocratica che invece di promuovere e incentivare investimenti proficui, in questo caso quasi 90 milioni di euro, ha bloccato le autorizzazioni e di fatto l'intero sviluppo di Catalent in Italia. La faccenda diventa un caso politico. Su Twitter l'esponente di Fratelli d'Italia, Guido Crosetto, tuona contro l'irresponsabilità del ministero della Transizione Ecologica, colpevole di aver fatto attendere la multinazionale tre anni: "Una grande azienda farmaceutica voleva investire 100 milioni in Italia, dove ha già lo stabilimento. Ha deciso di lasciare l’Italia. Perché? Perché da 3 anni, TRE ANNI, sta aspettando una risposta dal Ministero dell’Ambiente. In un paese serio caccerebbero i burocrati del Ministero." E dietro di lui, si accoda anche Chiara Colosimo, consigliere regionale della regione Lazio, sempre del partito di Giorgia Meloni, che fornisce ulteriori informazioni. "L'azienda in questione aveva sede ad Anagni, uno dei due sottosegretari è del Movimento 5 Stelle ed è di Frosinone (...)" svela Colosimo, intendendo, pur senza fare nomi, Ilaria Fontana. E aggiunge: "Ulteriore dettaglio: prima di fare il sottosegretario era contrattista in regione Lazio con l'attuale assessore Corrado. Meglio che non aggiunga altro", conclude Colosimo.

 

 

Le mancate autorizzazioni del ministero sono le ultime di una lunga serie di negligenze imperdonabili, di fronte a cui le aziende devono confrontarsi quotidianamente e che, per alcuni, sono ben identificabili con una parte politica. Nonostante il danno sia stato fatto, la regione cerca di tornare sui suoi passi e ha proposto un vertice con gli industriali di Catalent per porre rimedio alla figuraccia: eppure, dal canto loro, oltre a disertare l'incontro, gli industriali di Frosinone protestano contro la cattiva organizzazione, chiedendo di poter parlare con il ministro in persona per poter cercare di risolvere davvero il problema. E non perdere ulteriormente tempo. 

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