Il caso

Niente missioni, ma colloqui internazionali sull'Ucraina: l'agenda di Draghi positivo

Simone Canettieri

Il premier ha il Covid, è asintomatico ed è in isolamento a Città della Pieve. Non partirà per Angola e Congo. In settimana "importanti telefonate" con leader europei sulla guerra

“Ci scherza sopra, e non ha perso il buon umore”. E cosa dice? “Non esageriamo: non è rispettoso davanti ai tanti italiani vittime del Covid”. Chi ha parlato con Mario Draghi, “positivo al Coronavirus ma asintomatico”, riporta al Foglio frammenti di serenità. Tuttavia, almeno per una settimana e salvo complicazioni,    ci sarà il “governo di Città della Pieve”.  Il premier rimarrà qui, in attesa di negativizzarsi, con la famiglia.

 

La villa umbra, assicura chi l’ha frequentata, è già equipaggiata per tutto. D’altronde basta un computer. D’altronde, raccontano a Palazzo Chigi, già durante il lockdown Draghi ha vissuto in isolamento in Umbria tra call e videoconferenze. Il presidente del Consiglio ha scoperto di essere positivo fra domenica e lunedì. Il pomeriggio di Pasqua il sindaco Fausto Risini e il cardinal Gualtiero Bassetti lo aspettavano, come da abitudine, a messa.   Ma non si è palesato. La curiosità e il sospetto hanno preso ieri la forma della notizia: il premier ha il Covid. “E’ probabile che  abbia preso Omicron3: ora deve fare almeno sette giorni di isolamento e gli consiglierei di prendere degli antinfiammatori due volte al giorno, anche se è asintomatico”, interviene il  virologo Fabrizio Pregliasco. L’agenda del premier cambia: niente missioni in Angola e in Congo, domani e dopodomani. Il resto lo farà da remoto.

 

Ieri Draghi ha telefonato a Luigi Di Maio per avvisarlo. Le “missioni energetiche” previste per domani e giovedì si faranno lo stesso, ma senza il capo del governo. L’Italia sarà rappresentata dal ministro degli Esteri e da quello per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Prima tappa a Luanda, poi a Brazzaville per incontrare i due presidenti africani e sottoscrivere accordi fotocopia per portare a casa fonti di approvvigionamento diverse da quelle pompate dalla Russia. Si tratta di trattative già avviate e date per concluse: la presenza dei ministri italiani servirà a sancirne l’operatività. 

 

Draghi seguirà tutto da Città della Pieve, con il suo telefonino, già utilizzato ieri con forza per rispondere alle chiamate e ai messaggi di auguri dei ministri e delle più alte cariche dello stato. Da Palazzo Chigi  tengono a tenere bassa la notizia, senza enfasi né eccessi di particolari.  Effetto uomo comune. 

 

Non ci sono protocolli  speciali da rispettare. Il premier, che lo scorso novembre si è vaccinato con la terza dose, sarà preso in carico dalla Usl di pertinenza Umbria 1 e dal suo medico personale. I suoi più stretti collaboratori, dal capo di gabinetto Antonio Funiciello fino al sottosegretario Roberto Garofoli, non risultano aver contratto il virus. Sarà comunque una settimana intensa per il governo e per la maggioranza, e difficilmente Draghi riuscirà a isolarsi (politicamente) dal tramestio dei partiti che lo sostengono. Il centrodestra attende risposte dal ministero dell’Economia sulla delega fiscale, visto l’incontro avuto proprio con Draghi prima di Pasqua. Eventuali concessioni non sembrano andare giù a Pd e M5s. Da domani, poi il Def (Documento di finanza pubblica) approderà in Parlamento. E’ stato oggetto di scontri e polemiche con Giuseppe Conte per via delle spese militari: l’accordo è stato trovato ma i grillini sono pronti comunque a distinguersi. Questa settimana non erano in programma Cdm, ballava semmai la data di venerdì, ma senza tanta convinzione. Qualora Draghi continuasse a essere positivo anche la prossima settimana si procederà con la convocazione da remoto. Anche qui, niente di eccezionale. E’ una dinamica già  vista quando i ministri hanno dovuto fare i conti col Covid.  Sarà anche la settimana della giustizia, certo. Con la riforma del Csm attesa alle Camere e diversi partiti della maggioranza, da Forza Italia a Iv, pronti alle barricate, seppur con diverse sfumature.  Niente di non previsto e che non si possa seguire da casa, assicurano dall’entourage del premier. Che finora non ha mai cercato di personalizzare il suo rapporto con la pandemia: non esistono foto che lo ritraggono mentre si vaccina, per esempio. Ma proprio dall’Umbria potrebbe avere questa settimana “importanti colloqui” con leader europei, e non solo, sulla guerra in Ucraina. La vera preoccupazione del governo. Con tutto ciò che ne consegue.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.