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Le nuove tessere sanitarie fanno infuriare il Veneto leghista

Francesco Gottardi

Nella nuova versione spariscono i simboli regionali in quanto non necessari "ai fini della semplificazione delle attività". Per gli amministratori della Lega "vogliono cancellare le regioni"

“L’autonomia del Veneto è dietro l’angolo”, annunciava raggiante il presidente Luca Zaia, la scorsa settimana a Padova. Nel frattempo però il Consiglio regionale sbuffa. Fa i conti con “l’ultimo affronto di Roma”, a suo dire: la nuova tessera sanitaria sarà priva del leone di San Marco. Dal 1° marzo 2022 infatti – ma appena ora inizia a circolare la versione aggiornata – sul fronte delle card figurano soltanto la bandiera italiana e dell’Unione europea. Addio riferimenti locali. E allora, la vecchia Liga: “Altro che evoluzione federalista. Qua vogliono cancellare le regioni”.

 

Il restyling dei tesserini è frutto dell’azione concertata fra i ministeri dell’Economia e della Salute, insieme al dipartimento per la Trasformazione digitale. Con decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 14 marzo, si spiega che “l’attuale sistema garantisce l’interoperabilità dell’attivazione delle Tessere sanitarie-Carte nazionali dei servizi, e che pertanto, ai fini della semplificazione delle attività ad esso relative da parte del cittadino, non risulta più necessario riportare sul fronte della tessera il logo della regione di assistenza”. Insomma, questione di sintesi. Che però gli amministratori locali della Lega accolgono scettici e con l'orgoglio ferito: “Più che decisione tecnica vedo volontà politica”, l’attacco di Luciano Sandonà, consigliere veneto eletto in Lista Zaia. “Nonostante il sistema sanitario sia regionale, la direzione intrapresa dallo stato con iniziative del genere è evidente: rallentare il più possibile l’autonomia differenziata”.

  

E pazienza se le nuove tessere sanitarie saranno senza logo anche per le regioni a statuto speciale – provincia autonoma di Bolzano compresa, per cui è prevista semplicemente la doppia dicitura italiano/tedesco. La filippica dei consiglieri leghisti va oltre, presentando una mozione per ottenere l’immediato ripristino dei simboli. Peccato che tanto zelo non si era visto due settimane fa, quando si trattava di smarcare il gonfalone di San Marco dalle ombre filo-Putin: mentre il Veneto rinnegava l’annessione russa della Crimea con imbarazzato ritardo, qualche consigliere si rifiutò di votare la risoluzione. Fra questi c’era Sandonà. Il paladino dei tesserini che furono. Priorità e priorità, ça va sans dire.

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