Draghi avverte Salvini: se la riforma del fisco si blocca, il governo cade

Valerio Valentini

Guerra, sottosegretaria all'economia, rinnova l'ultimatum alla Camera: "Se la revisione del catasto non possa così com'è, l'esperienza di questo esecutivo è conclusa"

La minaccia decisiva, quella ufficiale, è stata Maria Cecilia Guerra, a lanciarla. "Se l'articolo 6 della delega fiscale, quello che prevede la revisione del sistema del catasto, non viene approvata così com'è, l'esperienza del governo può ritenersi conclusa". Le parole della sottosegretaria all'Economia, sponda Leu, atterrano sul tavolo della commissione Finanze di Montecitorio col rumore sordo degli ultimatum. Del resto, lo stesso avvertimento è stato Mario Draghi, stamane, a farlo recapitare a Matteo Salvini. È lui che promette sfracelli, sulla riforma del catasto. È lui che ha dato mandato ai suoi deputati, ieri sera, di rinnovare il loro No al governo. Che invece vorrebbe andare avanti, vincere l'inerzia dei veti incrociati che da mesi ormai tiene ferma alla Camera la delega fiscale.

   

E allora ecco il dispaccio di Palazzo Chigi al leader della Lega: basta tatticismi, basta dinieghi. Il governo chiede che l'articolo 6 della delega fiscale venga approvato così com'è, che dunque vengano ritirati tutti gli emendamenti della maggioranza che intendono rivedere, e per certi versi sabotare, l'avvio dell'indagine quinquennale che porterà a riparametrare i canoni catastali catastali. "È in nome dell'equità, e non è una nuova tassa", insiste Draghi.

 

"Noi non ci stiamo, e i nostri ministri in Cdm si astennero, quando la misura venne discussa", ribatte Salvini. Che dunque rivendica mani libere, sul provvedimento, ripudia qualsiasi obbligo di maggioranza. È quello che anche Massimo Bitonci, leghista tutto d'un pezzo, ha ribadito ieri sera a Francesco Giavazzi, il consigliere economico del premier, durante un vertice di maggioranza a Montecitorio. Quando lo ha saputo, Draghi ha sbuffato di insofferenza, ha preteso che il Mef ribadisse la linea della fermezza. E allora ecco la Guerra, a ora di pranzo, arrivare alla Camera per ribadire ai deputati della commissione Finanze che il tempo dell'ammuina è finito. Sulla delega fiscale, o dentro o fuori.

Alla fine, si decide di non decidere. Perché Forza Italia si intesta una mediazione, possibile anche se improbabile: far accettare sia al governo sia alla Lega una riformulazione dell'articolo 6, quello incriminato, che specifica meglio il perimetro e le finalità dell'indagine (in sostanza: specifica che non ci saranno "nuove tasse"). La Guerra prende tempo. La seduta è aggiornata. Se ne riparla domani

  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.