Il generale Francesco Paolo Figliuolo (Ansa)

figliuolo superstar

Lo strano amore per le divise anti Covid. Dalla Difesa parla Mulé

Marianna Rizzini

Come una nave nel mare pandemico. “Componi il numero di emergenza 112 ed ecco che l’Esercito risponde. Ma lo fa in silenzio. Senza lamentele, senza condizioni"

Una nave che solca il mare pandemico, ed è una specie di corazzata: sono giorni che, da più parti, si guarda al Ministero della Difesa come a una certezza tra tante note incerte, e si guarda al commissario straordinario per l’Emergenza Francesco Paolo Figliuolo come a una specie di baluardo tra le onde. L’ultimo caso è stato quello del dietrofront sulle normative per la quarantena nelle scuole: dopo ventiquattro ore di apparente ritorno alla regola della Dad che scatta con un solo positivo per classe e poi il ripristino della “nuova” regola della quarantena per la classe che abbia, a seconda dell’età,  due o tre positivi, le parole di Figliuolo si sono stagliate di fronte a dirigenti scolastici, genitori, studenti e ministri come frecce segnaletiche verso l’uscita dal tunnel: per il tracciamento nelle scuole, visto il sovraccarico delle Asl, arrivano gli “assetti militari”, con “uso sistematico” degli undici laboratori di biologia molecolare dell’esercito dislocati in otto regioni (messi a disposizione dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini).

  

E insomma: la divisa c’è, ma non viene vista, in questo caso, come sinonimo di law and order, autoritarismo e dispotismo, ma come simbolo di ordine che va al servizio della lotta al non pacifico virus. Che cosa succede? Da dove viene questo innamoramento per le divise anti-Covid? Il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulé, interpellato dal Foglio, la mette così: “Componi il numero di emergenza 112 ed ecco che l’Esercito risponde: catastrofe naturale? Catastrofe sanitaria? Una bomba da far brillare? Non ha importanza il motivo: la gente sa che quando chiami l’Esercito non soltanto l’Esercito risponde ma è già pronto, già aggiornato, già addestrato per interventi operativi sul campo e anche per operazioni complicatissime di cyber security”.

  

E insomma, dice Mulé, il punto è “la versatilità, la velocità, la gestione rigorosa, e qui entra in scena appunto la divisa, ma in questo caso più che di ordine e disciplina parlerei di professionalità: se si chiede un intervento notturno della Guardia Costiera con il mare forza nove per salvare dei profughi, ci sono uomini che rapidamente intervengono, si buttano letteralmente, ed è così per qualsiasi intervento, di qualsiasi tipo. Il militare, per formazione, non concepisce l’ipotesi di non eseguire un ordine. E a volte penso che qualcosa di quella formazione, senza ovviamente tornare alla leva obbligatoria, ma qualche elemento, qualche traccia di quei valori e di quei principi e di quel metodo potrebbero essere utili a tutti i giovani nel percorso di formazione”.

  

Da fuori, la “nave” della Difesa appare, dice Mulé, “come una macchina tentacolare che agisce via terra, mare, aria, spazio, rete. Ma lo fa in silenzio. Senza lamentele, senza condizioni. Ecco, forse questo è l’altro motivo per cui ispira fiducia in un momento di confusione: nessuno si vanta, nessuno tira fuori cavilli, sul ponte, tra i flutti, e tutti lavorano per l’obiettivo. Figliuolo è il frontman, l’espressione non tanto di un’idea quanto di una capacità militare stratificata: come lui, decine di uomini hanno quelle capacità organizzative. Per loro è parte dell’ordinaria amministrazione, quel rigore. Non a caso nella nostra Costituzione, una delle più laiche al mondo, la parola ‘sacro’ compare all’articolo 52: la difesa della patria è ‘sacro dovere’ del cittadino. E’ in nome di questa sacralità che, quando tu chiami, la Difesa risponde”.

     

E ieri il commissario Figliuolo interveniva sulla nuova tappa del percorso a ostacoli contro il virus, annunciando di aver “programmato la distribuzione a dicembre di 1,5 milioni di dosi pediatriche di vaccino Pfizer”, che saranno rese disponibili a partire dal 15 dicembre, “in modo che tutte le strutture vaccinali siano in grado di procedere alla vaccinazione dei bambini a partire dal giorno 16”. Il milione e mezzo di dosi, ha detto il commissario, sono “la prima tranche – che sarà poi integrata a gennaio”. 

 

Di più su questi argomenti:
  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.