Marsilio (FdI): "Serve l'obbligo vaccinale. Il governo così alimenta i complottismi"

L'intervento del presidente della regione Abruzzo alla festa fogliante. Sul Quirinale: "Voteremo compatti Berlusconi, ma va introdotta al più presto l'elezione diretta, non siamo meno maturi dei francesi"

Redazione

"Per vaccinare i bambini abbiamo bisogno dell'aiuto dei pediatri: se saranno in grado di parlare ai genitori nel modo giusto, la campagna di vaccinazione sarà un successo". Così Marco Marsilio alla festa dell'ottimismo del Foglio. Intervistato da Valerio Valentini, il presidente della regione Abruzzo si è detto fiducioso sulla campagna di vaccinazione ai ragazzi tra i 5 e gli 11 anni: "Penso che sia compito dei medici decidere su questi temi. Io consiglio prudenza sull'obbligo, perché l'impatto emotivo sarebbe molto forte sui genitori. Le evidenze scientifiche ci dicono che non è strettamente necessario che tutti i bambini si vaccinino per il successo campagna vaccinale. Se gli si precluderanno le attività sociali, un po' come accade con il super green pass, credo che le fila dei cortei potrebbero ingrossarsi. Il governo ha anticipato che non vuole introdurre questo obbligo e quindi siamo tutti d'accordo".

E proprio il super green pass è stato oggetto di forti critiche da parte di Marsilio e del suo collega delle Marche, Francesco Acquaroli. "Non abbiamo posto veti o creato una gazzara nel contesto della riunione. A mio modo di vedere c'è questa contraddizione di fondo alla campagna vaccinale: non voler introdurre l'obbligo, garantendo il conseguente indennizzo per chi avesse effetti avversi, espone lo stato alla critica di non essere sicuro di sé. Nella testa del complottista, lo stato non è sicuro di introdurlo perché un domani teme che ci sarebbero troppe persone da indennizzare per assurde mutazioni genetiche e cose simili". Già ai tempi della prima introduzione del certificato verde, il governatore si era detto perplesso, concordemente alla linea del suo partito: "Come presidente di regione credo di essere un protagonista della campagna vaccinale: siamo noi governatori a mettere in fila gli italiani per le vaccinazioni. Io ho contestato il non parlare chiaro del governo agli italiani: si dice inizialmente che il vaccino è una scelta, ma se si dice parimenti che chi non si vaccina non può fare nulla, allora diventa un obbligo surrettizio. Manca infatti l'indennizzo: se c'è un effetto collaterale, ti indennizzo perché io governo sono sicuro sia dell'efficacia, sia della sicurezza, sia della necessità di vaccinarsi. Questo obbligo è stato evitato in modo incomprensibile: quando il mio partito ha proposto di inserire il diritto all'indennizzo per chi ha conseguenze eventuali dal vaccino abbiamo trovato resistenze, eppure ho incontrato molte persone che di fronte a questa formula hanno dichiarato che si sarebbero vaccinati".

Ma contestare il green pass e misure analoghe per inserirne una più forte ancora non sarebbe un sofismo, un cortocircuito simile a quelli che spesso il suo partito imputa alla sinistra? Per Marsilio non è così: "Ero alla riunione quando i ministri ci hanno presentato la prima versione della misura. Brunetta ci ha detto che secondo il governo l'obbligo sarebbe stato eccessivo e sarebbe stato più adatto questo strumento. Da parte mia ho chiesto un miglioramento della campagna vaccinale: se si fosse introdotto l'obbligo di vaccinazione, sarebbe stato più facile convincere la popolazione della bontà della scelta del governo, una strategia che però non funziona quando lo stato ha una doppia faccia e molti cittadini non si fidano. Guardiamo l'Europa dell'est e una parte della Germania: abituati alle dittature che gli hanno raccontato per anni che tutto andava bene mentre la gente era affamata, non si fidano del potere e non raccolgono l'invito a vaccinarsi". 

Nel suo intervento precedente, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha dichiarato che non è interessato ai voti dei no vax. Gli fa eco Marsilio, con un distinguo: "Credo i no vax siano il 2-3 per cento della popolazione. Il governo, dunque, dovrebbe riflettere su un dato: perché la fascia di popolazione che si sottrae alla vaccinazione è così alta, quasi al 15 per cento?". In chiusura, il governatore conferma l'appoggio compatto del centrodestra sulla candidatura di Silvio Berlusconi per il Quirinale, tornando su un tema molto caro alle destre: l'elezione diretta del presidente della Repubblica: "Spero si possa introdurre questa riforma al più presto, sembra quasi che i cittadini francesi abbiano questo diritto mentre noi non siamo sufficientemente maturi per farlo. Sarebbe bello attuare un dibattito pubblico in cui il candidato non si scopra a ridosso delle elezioni, ma che piuttosto faccia una campagna elettorale come si deve e possa presentare ai cittadini le sue proposte. Non credo che se venisse eletto Draghi o Berlusconi questo processo sarebbe accelerato o meno: è compito del parlamento decidere su questo tema, si tratta di una riforma che ritengo sia utile per la crescita del paese".

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