Il negoziato internazionale

Draghi incontra il russo Lavrov e cerca di coinvolgere anche la Cina

A Kabul un “orrendo e vile attacco che continua”

Salvatore Merlo e Carmelo Caruso

Dopo le bombe di Kabul il premier  dialoga con la Russia. A settembre previsto il colloquio con  Xi Jinping. “Attori indispensabili". Preoccupazione per le recrudescenze e possibili nuovi attacchi in Afghanistan

L’attenzione di Mario Draghi è rivolta a un dramma che in Afghanistan è ancora in atto (e che definire dramma non è abbastanza). A Palazzo Chigi si parla infatti di un “orrendo e vile attacco che continua” dopo le esplosioni presso l’aeroporto di Kabul. Si temono recrudescenze e le temono i nostri servizi. Si preferisce tenere un profilo discreto, fare lavorare le diplomazie. C’è uno scambio di informazioni fra potenze occidentali che è anche uno scambio che serve a raccogliere informazioni sensibili che hanno a che fare con la sicurezza.

In questa difficile cornice si inserisce l’incontro che si è svolto tra il premier Mario Draghi e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, che si è successivamente confrontato, alla Farnesina, con Luigi Di Maio. Da parte del governo e del premier c’è la volontà di non caricare di attese queste ore perché i tempi delle diplomazie “sono tempi lunghi e perché in questo momento bisogna difendersi”. Con Lavrov non si è  solo discusso di G20, il foro che verrà presieduto presto dall’Italia, ma si è discusso soprattutto degli obiettivi comuni: assicurare la stabilizzazione e la sicurezza dell’Afghanistan. E’ questo che preme alla Russia, che con il suo ministro si è giustamente chiesta quale ruolo gli assegna l’occidente.

 

Si è ragionato anche di Libia, dell’importanza di continuare il dialogo politico promosso a Ginevra dalle Nazione Unite anche in vista delle elezioni libiche di fine dicembre e della necessità di un rapido ritiro delle forze straniere del paese. Durante la conferenza stampa Lavrov ha dunque dichiarato: “Vogliamo capire meglio quale ruolo vedono i nostri partner occidentali per la Russia nel contesto del G20”. E ha spiegato che se il G20 vuole davvero affrontare la crisi afghana non potrà non coinvolgere “Iran e Pakistan”. Di certo c’è che Draghi da giorni ha uno scambio di telefonate intenso, continuo con tutti i capi di governo del G20.

Proprio oggi c’è stata una conversazione con il premier indiano Narendra Modi. Ma ancora più importante sarà la prossima. E’ prevista dopo il sei settembre e sarà quella con il presidente cinese Xi Jinping. In questo momento ci sono diversi tavoli internazionali al lavoro, oltre al G7 e al G20, che devono mettersi in sincrono. Con il rischio, avvertito anche dal governo Italiano, che queste riunioni si carichino di attese eccessive. Il pericolo è l’enfatizzazione: più alte le attese, più probabile la delusione.

 

Non esistono tavoli di negoziato in competizione ma ogni sede di negoziato adesso deve essere allargata al maggior numero di attori possibile. Una novità di non poco conto è l’incontro chiesto da António Guterres, segretario generale dell’Onu. Dovrebbe tenersi  lunedì, quando si incontreranno i cinque rappresentanti permanenti del Consiglio di sicurezza. In aggiunta sono in corso i contatti preliminari tra i paesi membri del G7 volti ad allargare il gruppo tecnico che si occupa di Afghanistan. La sensazione, tuttavia, è che tutto proceda con estrema cautela. E' una cautela che viene giustificata dal governo italiano ricordando la “drammaticità” di queste ore: a Kabul siamo sotto attacco, verrà il tempo della risposta.

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