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la resistenza del leghista

Durigon: "Non mi dimetto"

Carmelo Caruso e Salvatore Merlo

Salvini apre al passo indietro del suo fedelissimo: "Faremo il bene della Lega". Ma il sottosegretario leghista all'Economia Claudio Durigon dice al Foglio di non essere minimamente preoccupato dalle richieste di dimissioni. Il ruolo di Giorgetti e la preoccupazione di Draghi

Matteo Salvini sembra pronto a scaricarlo, ma Claudio Durigon a dimettersi non ci pensa nemmeno. “Mai e poi mai”, dice al Foglio il sottosegretario all'Economia leghista di cui M5s e Pd chiedono le dimissioni in seguito alla sua proposta di rititolare il parco comunale di Latina “falcone e Borsellino” al fratello del duce Arnaldo Mussolini.

Questo pomeriggio, intervenuto al Meeting di Rimini, Salvini per la prima volta dopo diverse settimane in cui ha difeso con fermezza il suo fedelissimo, non ha escluso che Durigon possa fare un passo indietro e lasciare il governo. “Ragioneremo io e lui su cosa è più utile fare per lui, Lega e Governo”, ha detto Salvini. “Non siamo qui per creare problemi, ma per risolverli, siamo qui per spegnere le polemiche e non per alimentarle”. Lunedì mattina il segretario della Lega aveva incontrato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, a Palazzo Chigi. E aveva negato di aver parlato del caso Durigon con il premier.

Nel pomeriggio, nell'ufficio di Draghi era entrato a colloquio Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico e vicesegretario della Lega. È forse una interpretazione maliziosa, ma neppure troppo, quella che Draghi in realtà abbia manifestato sia a Salvini sia a Giorgetti l'opportunità delle dimissioni di Durigon. Le parole di Salvini a Rimini sembrerebbero confermalo. Ma Durigon, forte anche del suo peso nella campagna elettorale di ottobre per le amministrative, fa esercizio di sicurezza: “Non mi dimetterò. Mai e poi mai”.

 

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