Enrico Giovannini (LaPresse)

Giovannini guarda all'Orient Express

Maurizio Milani

Il ministro della Mobilità sostenibile raccoglie ispirazioni in giro per il mondo: dalla storica locomotiva alle ferrovie giapponesi. Ma perché le costruiscono, se tanto poi i treni levitano? Ci deve essere un trucco!

Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili (no ai pullman diesel è il suo motto). Molto attivo su Instagram: nella foto n. 2 lo vediamo con i 29 commissari appena nominati per seguire le opere pubbliche. Si vede anche mio zio, il secondo in prima fila. A lui è stato affidato il controllo dei cantieri Ff. Ss. linea Milano-Reggio Emilia. Sono 250 stazioni tra grandi e piccole da rifare, dalle sale d’aspetto alla biglietteria, ai portabiciclette fuori, agli spogliatoi per il personale ecc. Se le imprese non terminano i lavori alla data concordata, mio zio può arrestare il titolare, e senza regolare processo farlo rinchiudere nelle nuove 200 carceri, di cui un collega di mio zio è commissario. Anche lui ha gli stessi poteri dello zio: se non terminano i penitenziari alla giusta data… 

  
Foto n. 2 Facebook: Giovannini in visita alla prima ditta al mondo che fa auto a idrogeno. E’ un vanto italiano: si trova in Belgio. Per adesso ci sono dei limiti: velocità massima 30 km/h. Con un pieno fai 30 km e per fare rifornimento devi andare nell’unico distributore di idrogeno che c’è, al porto di Genova. Però il titolare dice al ministro: “In poco tempo saremo a prestazioni, ecc. come le auto a metano, che sono ancora il 50 per cento del parco circolante in alcuni stati (non facciamo il nome altrimenti dicono siamo razzisti). L’unico inconveniente delle auto a idrogeno è che esplodono se esposte per poche ore al sole. Gli ingegneri stanno vedendo perché”.

 
Giovannini su Instagram: foto della sua visita all’autorimessa dell’azienda comunale trasporti di Bengasi. Nessun commento. Gli autisti fanno foto con il ministro italiano. Un dirigente vorrebbe accendere un pullman. Giovannini: “Grazie, lasci stare! Mi fido!”.
Lui: “Come vuole ministro!”.
Giovannini: “Per curiosità, ogni quanto cambiate il filtro della nafta?”.
Dirigente: “Ogni 30.000 km come da istruzioni della casa”.
Giovannini: “Fate ogni 20.000 km”.
Dirigente Atm Bengasi: “Ministro, scusi! Quando alla mia 131 Mirafiori cambio la cinghia di distribuzione, dice di cambiare anche la pompa dell’acqua?”.
Giovannini: “Direi di no! E’ una spesa inutile. Al limite se spacca la cinghia si piegano le valvole”.

  
Foto Facebook n. 4: Giovannini invitato alla prima corsa di dragster organizzata in Italia. Siamo sulla pista dell’aeroporto di Siracusa. Cisterne di nitro-metano vanno e vengono per rifornire questi bellissimi mezzi. Gli ambientalisti fuori protestano. Giovannini li riceve: “Avete ragione! Ma non l’ha organizzata in ministero questa baracconata, certo che è bello vederle partire e in meno di dieci secondi arrivare a mille km/h. Infatti tanti dragster decollano. Sono qui in qualità di ministro per trovare il modo di non farli decollare più. Devono arrivare a velocità pazzesche senza staccarsi dal suolo”.
Gli ambientalisti applaudono. Qualcuno chiede di fare una foto con lui. Altri lo portano in trionfo a Siracusa. 
Foto Instagram n. 10: il ministro della Mobilità è a Milano quando asciugano i navigli. Posta diverse foto. Si vede la squadra del comune recuperare i monopattini sbattuti dentro quando c’era l’acqua. Giovannini twitta: “Sono indignato! Decine di monopattini scaraventati nei navigli. Dopo averli noleggiati, non solo non vengono riportati indietro ma…”.
Un operaio vede il ministro e dice: “Eccellenza, le batterie dei monopattini si sono corrose e hanno inquinato l’acqua che è quella del fiume azzurro: il Ticino”.
Giovannini risponde: “Mi dispiace! Ormai la frittata è fatta! Sarà per la prossima volta. Buon lavoro a lei e ai suoi colleghi!”.
Operaio: “Grazie, altrettanto!”.
Vediamo l’esponente del governo in Giappone. Guarda con ammirazione il passaggio di un treno super veloce, a levitazione magnetica. Chiede al suo ufficio stampa: “Chissà che trucco usano?”.
Ufficio stampa: “Sì! Anche io non capisco! Se il treno non tocca le rotaie, perché le fanno?”.
Giovannini: “Infatti! Perché le fanno?”.
Subito lo vediamo a Portoferraio (foto Instagram n. 31). Dice: “Con il Recovery voglio cambiare tutta la flotta di traghetti per l’isola!”.
Un portuale: “E di questi cosa ne facciamo?”.
Giovannini: “Vendiamoli al comune di Ancona!”.
Applausi di tutti al ministro. Anche qui viene portato in trionfo per le vie. 
Altra foto sul suo profilo: il ministro all’Ikea. Dichiara: “Sto allestendo il mio ufficio di Roma, l’arredo che c’è risale al 1870. Lo ritira un antiquario, il risparmio è notevole. Incasso 76.000 euro e spendo qui 280 euro. Per il montaggio hanno detto di arrangiarmi. Ho chiesto: potete venire voi? Risposta: certo, ma adesso non abbiamo tempo”.
Il ministro twitta: “Per un po’ mi toccherà lavorare in piedi. Gli antiquari hanno già ritirato (giustamente) tutto il mobilio”.
La gente fuori dall’Ikea applaude. I dipendenti lo portano in trionfo in giro per i 200.000 metri quadri del capannone. Qualcuno si lamenta: “Dove siamo? Al convegno del Ppe?”.
Giovannini in visita a Bolzano. Gira con un megafono: “Basta bilinguismo e privilegi, il Sud Tirolo è Italia!”. 
Scoppiano tumulti tra lealisti e separatisti. Il ministro si scusa. Scrive una toccante poesia su questi avvenimenti. Eccola: “Bolzano! Bolzano mia! / Sei bella e tricolore. / Perché ami più Vienna che Roma? / Fai bene! Anch’io preferisco Parigi”.
Dalle finestre urlano: “Libertà! Libertà!”.
Giovannini: “Ma quale libertà? Fate tutto quello che volete, ci manca che quando gioca Italia-Messico tenete per il Messico”.
Esce un barista: “Infatti, teniamo dal Messico”. 
Giovannini: “Fate bene! Non siete obbligati a tenere per gli azzurri. Anch’io a volte ho dei dubbi”.
Sempre a Bolzano il ministro si diverte con esponenti della Südtiroler Volkspartei. Tracciano i nuovi confini europei e nazionali. La Baviera e tutto il Triveneto passano all’Austria, così come l’Ungheria (vedi movimenti completi sul sito del Foglio). La Corsica dovrebbe andare alla Spagna. Informato di questi giochi scherzosi, Draghi telefona a Giovannini: “Mi ha chiamato l’ambasciatore della Polonia, dice che hai annesso le tre repubbliche baltiche alla Finlandia. Le vorrebbe lui! Cosa gli dico?”.
Giovannini: “Digli di sì!”.
Draghi: “Chiamalo, lo fai contento, ciao!”.

 
Foto TikTok: Gentiloni e Giovannini in missione ad Ankara. Ecco cosa dicono: “Vi facciamo entrare nell’Unione europea! In cambio cedete lo stretto dei Dardanelli all’Italia, avendo vinto il campionato europeo di calcio”.
I delegati turchi invitano i due alti esponenti a lasciare il paese e dichiarano: “Proposta irricevibile, per lo stretto dei Dardanelli vogliamo minimo la presidenza della Bce”.
Da Bruxelles rispondono: “Possiamo discutere, a noi lo stretto dei Dardanelli interessa più della Bce”. 
Intanto Sassoli, Christine Lagarde e Gentiloni sono sull’Orient Express. Bellissime foto postate in ognuno dei loro profili social. Giovannini sarebbe per abolirlo: ormai è un treno altamente inquinante. Per cui telefona alle Ferrovie nord di Milano. Non risponde nessuno, per cui Giovannini abbandona l’idea. Anzi ci ripensa e twitta: “Che bello viaggiare sull’Orient Express, consiglio a tutti di fare un viaggio sul mitico treno”. 
Giovannini scende a Venezia. Va in visita su una grande nave ed espone al comandante le nuove decisioni del governo: “Non potete più entrare in città come prima: state al largo”.
Comandante: “Facciamo prima a non venire!”.
Giovannini: “Si è offeso!”.
Comandante: “No! Anzi, ho più tempo per stare a casa con i miei familiari. Sempre in giro per il mondo”.
Giovannini: “A proposito! Con cosa va questa nave?”.
Comandante: “Bruciamo i copertoni usati”.
Giovannini: “Non pensavo! Certo, piuttosto che buttarli in giro in campagna, meglio alimentino le grandi navi da crociera”.
Comandante: “Infatti è quello che sostengo da sempre”.
Intanto incrociano la Amerigo Vespucci, il magnifico veliero, nave scuola della Marina. I cadetti, avvisati della presenza del ministro sull’altra nave, si schierano e fanno il saluto all’alto esponente del governo. Giovannini saluta: foto su Instagram.
Poi il ministro chiede al comandante della grandissima nave da crociera: “Scusi, ma con cosa va la Amerigo Vespucci?”.
Comandante: “Con i pannelli solari”.


Foto Facebook n. 5.300: Giovannini con la collega ministro Carfagna a Messina. Foto per l’inizio dei lavori del ponte. Il futuro manufatto, orgoglio italiano, sarà in un’unica campata. Sopra dieci corsie (due carreggiate), sotto quattro binari (due per treni locali, due per Italo e Freccia rossa e Tgv, infatti è stato appena concluso un accordo con le ferrovie francesi). Il termine dei lavori è fissato per il 30 ottobre di quest’anno (2021): record per un’opera così imponente che vale il 15 per cento del pil italiano. Per cortesia istituzionale e riconoscenza verso l’Europa, il primo treno che attraverserà il ponte è: il Parigi (Gare de Lyon) delle 20, che arriva a Gela alle 24. Trattasi del Tgv più veloce in servizio. Non si ferma in nessuna stazione dello stivale, Parigi-Gela direttissimo. Cena francese a bordo, vini italiani.


P.s. Se il ponte non è pronto per quella data, non c’è problema: il viaggio si può fare anche nel 2035. Come i più pessimisti prevedono la conclusione dei lavori… Ma non penso. 


Nelle ambasciate a Roma, il nome che circola per il Quirinale è quello di Giovannini. Questo lo veniamo a sapere dal personale italiano che lavora nelle seguenti ambasciate: Repubblica democratica del Togo, ambasciata del Messico, consolato a Genova della Mauritania, consolato di Venezia austriaco, ambasciata Usa, sia a Roma che a Pechino, (vedere elenco completo sul sito del Foglio). Altra prova? Alcune tipografie di Caserta hanno avuto un’ordinazione “carta intestata del Quirinale con nome Enrico Giovannini”. Può essere un depistaggio, ma non penso. 


Foto n. 31 Instagram: Giovannini a Tokyo per vedere la maratona. Sul percorso viene riconosciuto da molti turisti nostrani. Selfie e autografi. 


Foto n. 23 Instagram: Giovannini sull’aereo di ritorno con Federica Pellegrini (fresca esponente del Cio). Giocano a carte (tressette), il ministro in coppia con Marcell Jacobs (il mito), Pellegrini sta con Rizza (olimpionico fresco di canoa). Ricordando Pertini e Bearzot nei nostri cuori azzurri. 

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.