Sulla giustizia la Lega insegue la Meloni, e si ricompone l'asse rossogiallo

A Montecitorio finisce quasi in rissa tra renziani e Leu

Valerio Valentini

Sugli ordini del giorno alla riforma Cartabia, FdI prova i salviniani, che si trascinano dietro FI sulla responsabilità civile diretta dei magistrati. Il centrodestra fa un mezzo sgarbo al governo, che dà parere contrario. Pd e Leu rivendicano la fedeltà a Draghi, i renziani li bacchettano

Lo strumento, per carità, vale quel che vale: un ordine del giorno, nulla più. E però la gazzarra alla Camera segnala un dato: e cioè tutta l'insofferenza che, sul tema della giustizia, il centrodestra deve soffrire per restare fedele a Mario Draghi e al contempo non lasciarsi scavalcare da Giorgia Meloni. E così, nella discussione in corso sull'approvazione della riforma del processo penale, ecco che basta la solita mossa tattica di Fratelli d'Italia per mandare in tilt l'ala sovranista (e non solo quella) dell'Aula di Montecitorio. Perché l'odg presentato dal meloniano Federico Mollicone e dal capogruppo Francesco Lollobrigida impegna il governo a introdurre la responsabilità civile diretta dei magistrati. Una novità non contemplata nel disegno di riforma di Marta Cartabia, e infatti il governo esprime il proprio parere contrario. Sembrerebbe chiusa lì, dunque: e infatti Pd, M5s e Leu si allineano dunque alle indicazioni dell'esecutivo. Se non fosse, però, che l'odg di FdI ricalca esattamente uno dei quesiti referendari per il quale Matteo Salvini, insieme ai Radicali, sta raccogliendo le firme. E dunque la Lega, col fumo negli occhi, decide di astenersi. Lo stesso fanno Forza Italia e Coraggio Italia, la nuova formazione di Toti e Brugnaro. Italia viva, nel mezzo, concede libertà di voto ai propri esponenti. E insomma inizia la gazzarra. 

 

Perché Federico Fornaro di Leu, e insieme a lui Alfredo Bazoli del Pd, intervengono per stigmatizzare l'atteggiamento di Lega e FI, che con la loro astensione vanno di fatto contro la volontà del governo. "Si parla tanto di fedeltà, ma poi qui si finisce col liberi tutti", grida il deputato di Leu. "La responsabilità civile diretta dei magistrati è un istituto che non sta in quasi nessun paese al mondo. Vorrebbe dire che ogni magistrato può essere evocato in giudizio da una parte che ha giudicato, e risponde direttamente con il suo patrimonio", insiste Bazoli. Solo che a quel punto, a sentir parlare di fedeltà al governo, il renziano Roberto Giachetti non si lascia sfuggire l'occasione di rinfacciare a Pd e Leu le loro strambate filogrilline sul decreto Semplificazioni, "ben più importante di un semplice ordine del giorno", nonché gli inviti di Marco Travaglio alla festa di Articolo 1. "E' questa la vostra idea di fedeltà al premier?". Ne segue una ridda di urla. Fornaro e Giachetti si scambiano vicendevolmente parole irripetibili, la tensione si alza. 

 

Poi tutto si ricompone. L'odg viene bocciato, perché a votarlo sono solo i 37 deputati meloniani. Ma se ci si aggiungessero i 181 astenuti, la maggioranza virtuale si sposterebbe a destra, perché gli ex rossogialli si fermano a 220. Nell'aria, resta la puzza di bruciato: "E' iniziato il semestre bianco". 

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.