Il racconto

Il fantastico mondo fucsia di Coraggio Italia: "Abbiamo 50 voti per il Quirinale"

Tanti ex di Forza Italia alla ricerca di un nuovo (e piccolo) Cav., ma anche una discreta pattuglia di grillini pentiti. Carelli: "Brugnaro? E' un Berlusconi meno elitario"

Simone Canettieri

Il lancio della nuova creatura di Brugnaro: il sindaco di Venezia per l'occasione ha fatto davvero le cose in grande. Ed è pronto a incidere a partire dall'elezione del prossimo capo dello Stato

Dal buffet promette bene. Il tavolo con i fritti espressi. Un padellone con l’amatriciana calda (con aggiunta a parte di guanciale).

Due spianate di carne, trecce di mozzarella e vari bendidio. E poi vagonate di dolci e fiumi di prosecco, ovviamente veneto.

Il lancio di Coraggio Italia è una cosa seria: evento-party a  Casina di Macchia Madama. Siamo a Monte Mario, in una villa già calcata da Silvio Berlusconi per le sue cene di finanziamento.

Qui è tutto fucsia: colore ufficiale del partito. Fucsia i palloncini, fucsia i vestiti delle signore, fucsia le cravatte dei signori. Fucsia ovviamente anche le magliette degli organizzatori: sono tutti ragazzi veneziani. Sono tutti dipendenti della Umana (la sua azienda con 126 filiali in 13 regioni) o della Reyer (la sua squadra di basket).

Qui ha pagato tutto lui: Luigi Brugnaro, il sindaco doge, il presidente di Coraggio Italia. “Diarchia con Toti? Macché, andatevi a leggere lo statuto”.

 

Il capo è il sindaco imprenditore. E questa è la sua Serenissima.

Gli altri sono vice: il governatore della Liguria, Toti, è il vicario del partito, poi ci sono Gaetano Quagliariello e Marco Marin.

Qui in mezzo, tra il pratino all’inglese e il pergolato, “ci sono cinquanta voti fondamentali per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica”, dice Paolo Romani, capo delegazione di Coraggio Italia in Senato. Uomo abile e abituato a fare di conto.

La forza fucsia al momento possiede 24 deputati, 6 senatori e svariati delegati regionali. “E a Palazzo Madama aspettiamo nuovi arrivi”, dice ancora Romani, uno dei tanti ex di Forza Italia. Qui ci sono profumo di azzurro e tanti ricordi. E  spuntano  reduci del berlusconismo  da tutte le parti.

E poi vogliamo mettere le piccole analogie che circolano nell’aria quasi in maniera scontata? Maria Rosaria Rossi, per i maligni già badante del  Cav. con pure una mezza sbandata per Conte alle spalle, presenta sul palco i vertici del nuovo partito.

Durante il buffet tutti la cercano (“Come sta Silvio? Capita di sentirci, ha i suoi acciacchi”).

 

Ma Forza Italia è il passato da non rinnegare. Micaela Biancofiore, in total look Coraggio Italia, parlando di Brugnaro dice: “Ho ritrovato l’uomo con il sole in tasca, ho ritrovato il sorriso, altro che venti per cento. Dobbiamo arrivare almeno al trenta”. C’è euforia. Ma anche clima da vecchi reduci, pronti per nuove battaglie.  Marin: “Qui c’è voglia di libertà!”. Quagliariello coglie il senso: “Non stiamo facendo una cosa contro qualcuno, stiamo facendo una cosa importante per non far morire la colonna sonora di questo paese”.

E dunque sono gli eredi di una grande stagione, con enormi ambizioni e risultati tutti da dimostrare. “Siamo radicati in oltre sessanta province italiane”, dicono i coraggiosi.

C’è un’importante delegazione toscana guidata da Stefano Mugnai, altro ex FI. E dove ti giri è tutto così. O quasi. Perché la novità è che Brugnaro e Toti sono riusciti a mettere insieme il diavolo e l’acqua santa: la nuova creatura parlamentare conta anche sei deputati ex grillini e una senatrice proveniente dal M5s.

Emilio Carelli, che prima di essere pentastellato ha seguito la nascita di Forza Italia da giornalista Mediaset, in un momento di slancio dice: “Brugnaro? E’ un Berlusconi meno elitario, perché piace nelle periferie”.

Gli ex grillini sono arrivati direttamente dalla Sanpa dei responsabili: l’esperimento che provò a mettere in piedi Bruno Tabacci per salvare il governo Conte.  Martina Parisse, ex grillina, sale sul palco e afferma: “Avevo perso la speranza, poi ho incontrato Luigi”. La deputata toscana non riesce a completare il discorso: si commuove, è molto emozionata. Meno male che c’è la Rossi che prende al volo la situazione e il microfono. Poi tocca a Brugnaro: il self made man di piazza San Marco che parla di modello Venezia per l’Italia, che stima Mario Draghi tantissimo (“Ma non sarà eterno, dobbiamo pensare a un’alternativa: siamo noi”) che cita sempre i bambini “perché a loro dobbiamo rivolgere i nostri sforzi”. E che dice: “Siamo moderati, ma incazzati neri”. Attacca la sinistra che specula sulla povertà e le periferie, lancia la musica di tale dj Matrix che presto diventerà una star.

Brugnaro  si commuove alla fine, anche lui. Ringrazia la moglie Stefania, in prima fila. Che al Foglio confessa: “Mio marito è uno che vede le cose venti anni prima”. I due si sono innamorati in azienda. Questa scommessa fucsia mette sul banco cinquanta voti per il Quirinale. Buttateli via.
 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.