Tutti insieme separatamente. L'affollata manifestazione delle Camere penali

Oltre il referendum sulla Giustizia. Da Salvini a Calenda, da Iv ai radicali, tutti in piazza con l'Ucpi, che rilancia la proposta di legge costituzionale per la separazione delle carriere e per la riforma della magistratura

Francesco Cocco

Ogni occasione è ghiotta, tanto più se in in tempo di elezioni. E così in piazza Cavour a Roma, sotto le palme svettano davanti al "Palazzaccio", si incontrano il leader di Azione e candidato sindaco della Capitale Carlo Calenda e il segretario leghista Matteo Salvini. Ma ci sono anche Lucia Annibali in rappresentanza di Italia Viva e Maurizio Turco per i radicali. L'avvocato Caiazza, presidente dell'Unione delle Camere penali italiane, stringe le mani a tutti ma manca la foto di gruppo. Ognuno va da sè alla manifestazione indetta dall'Ucpi per rilanciare la proposta di legge costituzionale per la separazione delle carriere tra magistrati e per la riforma della magistratura. Anche perché, a dividere le forze politiche, c'è il referendum sulla Giustizia indetto da radicali e Carroccioi. "Sono certo che non ci sarà bisogno di un referendum", dice Calenda "Si farà una riforma presentata dal governo e votata dal Parlamento. Il tema della Giustizia oggi è un'emergenza democratica. "Mi fido del ministro Cartabia".

    

Il leader leghista, pochi metri più in là, se la gioca con uno slogan: "Se il Parlamento non si dà una mossa saranno i cittadini a dare la scossa". E dice che "una giustizia giusta sta a cuore a sessanta milioni di italiani, non è una battaglia di parte o di partito"

     
"Eravamo con Ucpi anche contro la riforma Bonafede. La separazione delle carriere oggi torna di grande attualità vista la crisi e la perdita di credibilità di una parte della magistratura", aggiunge Annibali (Iv). "Ma il quesito proposto nel referendum non è sulla separazione delle carriere bensì delle funzioni". Un voto che comunque, per Turco (Partito radicale), è "un paracadute" perché "la seperazione delle carriere che vorremmo passa attraverso la riforma della Costituzione ma se il Parlamento non è in grado di arrivarci il referendum darà una spinta riformatrice".