Il M5s in subbuglio: "Caro Patuanelli, così il decreto Semplificazioni non lo votiamo"

Valerio Valentini

La riunione coi parlamentari. Il ministro dell'Agricoltura prova a mediare, poi s'arrende: "Noi in Cdm siamo solo quattro". Le commissioni Ambiente e Cultura pronte alla diserzione: "Questo provvedimento è un obbrobrio: peggio di Renzi e Berlusconi"

Alla fine, Stefano Patuanelli ha allargato le braccia: "Se così non siete disposti a votarlo, provate a cambiarlo in Parlamento". E insomma la riunione convocata per provare a superare i dissidi, s'è conclusa certificando la consistenza del problema. Col ministro dell'Agricoltura che prendeva atto che i malumori sono tanti, e non sarà facile superarli. "Perché per noi il testo del decreto Semplificazioni è semplicemente irricevibile", racconta Giovanni Vianello, deputato pugliese, No Ilva dichiarato, che durante la riunione degli eletti grillini ha dato voce all'indignazione della commissione più turbolenta: quella dell'Ambiente. E' quello, l'epicentro del malcontento. "Perché il testo partorito da questo governo è una cosa che neanche Berlusconi ai tempi della legge Obiettivo, o Renzi con lo Sblocca-Italia, avevano osato immaginare", prosegue Vianello. "In effetti, da capoguppo della commissione Ambiente", ci dice Generoso Maraia, "non posso che confermare che le nostre obiezioni sono molte e pesanti: dalla soprintendenza unica alle bonifiche, passando per le autorizzazioni che il Mite dovrà concedere sul Pnrr. Tutte questioni che ci portano a dire che, così com'è, per noi questo testo è invotabile". 

 

E così Patuanelli, che aveva deciso di partecipare a questa riunione per sondare gli umori della truppa, s'è ritrovato di fronte a una pattuglia di 57 parlamentari tutti assai contrariati dalla lettura del decreto Semplificazioni. Non solo quelli delle commissioni Ambiente. Perché tra i senatori, oltre all'intemerata di Emma Pavanelli ("Questo provvedimento è un obbrobrio, un insulto alla nostra storia e ai nostri valori ecologisti"), si sono lamentati anche i rappresentanti della commissione Cultura. E così, dopo aver provato a spiegare la difficoltà del lavoro svolto, delle mediazioni cercate all'interno del governo, Patuanelli ha dovuto sospirare: "Noi ministri del M5s siamo solo quattro, in Cdm. Voi, in proporzione, in Parlamento contate molto di più. Se volete modificare il decreto, provate a farlo voi". Un richiamo alle dinamiche parlamentari, però, che per qualcuno è significato quasi una legittimazione della protesta, e forse perfino un incoraggiamento alla dissidenza. 

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.