Marcello De Vito passa a Forza Italia. "Berlusconi? Un grande innovatore politico”

Roberta Benvenuto

È stato presidente dell’Assemblea capitolina e uno dei volti più noti del M5s romano, di cui fu il primo candidato sindaco nel 2013. "Non ho retto alle mille capriole ideologiche del Movimento. Metterò la spilletta di Forza Italia Felice e soddisfatto di questa scelta"

Marcello De Vito passa a Forza Italia. Lo annuncia lui stesso in una conferenza stampa nella sede nazionale di Forza Italia con Antonio Tajani e Maurizio Gasparri. "Non ho retto alle mille capriole ideologiche del Movimento 5 stelle: prima mai con il Pd e poi alleanza con il Pd, quindi a loro dico buon Pd, buoni video dell'auto-elevato, buoni contenziosi... Non sono cose che mi appartengono più” dice il presidente dell’assemblea capitolina, ruolo che non ha intenzione di lasciare (“Non c’è motivo, sono stato eletto presidente, ma se l’Aula lo vorrà la asseconderò”). “Potevo smettere di fare politica o mettere a disposizione la mia esperienza e conoscenza della macchina amministrativa", scelta che è caduta sulla seconda opzione. E di capriola in capriola si arriva a parlare della sua di giravolta e dell’addio al M5s “forza politica che è stata innovatrice”, ma che secondo De Vito non lo è più.  “Il campo progressista non è mai stato il mio, da Fi mi sono sempre sentito rappresentato come elettore prima di entrare in politica". Silvio Berlusconi? Non l’ha sentito ancora ma di lui pensa “che negli anni ‘90 sia stato un grande innovatore della scena politica italiana”. Un po’ rigido ma per niente imbarazzato - almeno a parole - De Vito racconta il passaggio da portabandiera del M5s romano a Forza Italia quasi come “naturale”. Un avvicinamento iniziato a gennaio con Maurizio Gasparri su temi romani come i poteri speciali della Capitale, sulla direttiva Bolkestein, sul decreto rilancio. 

  

De Vito è stato presidente dell’Assemblea capitolina e uno dei volti più noti del Movimento 5 stelle romano. Nel 2013 sfidò Ignazio Marino, Gianni Alemanno e Alfio Marchini. Arrivò terzo con il 12,4 per cento dei voti. nel 2016 si ricandidò di nuovo alle "primarie" del M5s ma venne sconfitto da Virginia Raggi. L’ex grillino si presentò in Campidoglio con le arance dopo gli arresti di Mafia Capitale quando si opponeva a Ignazio Marino. “Non lo rifarei”, ha detto in un'intervista al Foglio. Parole che ha ripetuto anche in conferenza stampa a marcare una distanza dal grillino che fu.  
     
De Vito, avvocato di 46 anni, il 20 marzo 2019, quando ancora era presidente del consiglio comunale della Capitale, venne arrestato per corruzione nell’inchiesta sullo stadio della Roma: 107 giorni a Regina Coeli e 137 ai domiciliari. Un caso che fece piombare il M5s davanti alle sue contraddizioni: Luigi Di Maio, ai tempi capo politico, lo espulse con una dichiarazione fulminante: “L’ho cancellato dal Movimento per sempre senza passare dai probiviri: De Vito deve stare a chilometri di distanza da noi, noi le mele marce le cacciamo subito”. Ora Marcello De Vito è in attesa della sentenza di primo grado, dopo il giudizio della Cassazione che ha annullato il provvedimento cautelare a cui è stato sottoposto.

  
Quanto ha influito la vicenda giudiziaria su questa scelta? Per niente, dice ai cronisti scandendo bene le parole. “I vertici del Movimento 5 stelle si sono comportati in modo inqualificabile. Ma non è stato questo che ha influito sulla mia scelta”, dice. 
A chi gli fa notare la netta distanza tra il M5s e Forza Italia, dal conflitto d’interessi al giustizialismo, fino alle parole di Berlusconi sui lavori che raccomanda ai Cinque stelle ("A Mediaset li prenderei per pulire i cessi", disse il Cav.) risponde: “Nel momento in cui ho scelto di uscire dal M5s mi sono rivolto a quella forza politica che anche da elettore ho trovato più affine a me stesso. Il Movimento 5 stelle nel metodo politico e nel merito politico  è stato trainante sul tema degli sprechi, sui temi ambientali, sulla mobilità sostenibile. Poi si è perso, si è avviluppato su se stesso. Non ha più segnato quell’aspetto innovativo che a me aveva colpito. Mi sono sentito in dovere di dirlo e di uscirne”. 

  
Di questa decisione a Virginia Raggi non ha detto nulla, forse la chiamerà nelle prossime ore, e promette che non farà una “campagna elettorale contro, farò una campagna pro, pro Fi, pro alleanza con la Lega  e con Fratelli d’Italia che ho avuto modo di conoscere in Assemblea capitolina insieme alla loro leader Giorgia Meloni”. Intanto, un primo punto lo segna, portando di nuovo Forza Italia nel consiglio comunale di Roma. Sciolta la conferenza stampa De Vito si abbandona a una nota di colore e al Foglio dice “Metterò la spilletta di Forza Italia, certo. Come mi sentirò? Felice e soddisfatto di questa scelta”.

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