Intervista

Cuperlo: "Il M5s di Grillo è finito. Conte deve dire al Pd qual è il suo"

Il Pd e il M5s? "La cosa importante è non finire come la signora Frola e il signor Ponza"

Carmelo Caruso

"Conte deve portare il M5s a saldarsi con il Pd e noi dobbiamo sostenere questo sforzo. La quota femminile per le primarie non può essere strumentale. Una piattaforma digitale per il Pd? Chiamiamola Montesquieu". Intervista a Gianni Cuperlo

Roma. Enrico Letta dopo due mesi è giunto a questa  conclusione: “Fare il segretario del Pd è come fare il ct della nazionale. Tutti sanno cosa devi fare”. Lei, Gianni Cuperlo, garantisce invece che se a Roma ce la fa Mourinho, può farcela anche il Pd. Questa estate andrete dunque in ritiro a Volturara Appula con Giuseppe Conte? “Se stiamo ai risultati ci converrebbe Antonio (Conte). Ma il paragone di Letta segnalava solo la tendenza diffusa a darci consigli, e non sempre sinceri”.

 

Proviamo allora con le domande. Sempre Letta, il segretario, ha spiegato di “volere guardare” all’evoluzione del M5s che è un partito in dissoluzione. Caro Cuperlo, vi piacciono quindi le rovine? “Io ho detto, e dico, che il movimento concepito da Grillo e Casaleggio, la strana creatura partorita da una società privata e brevettata nelle piazze, non esiste più e la crisi che lo investe è figlia del suo successo e dell’aggancio al potere. Conte è obbligato a un’operazione di verità che deve condurre un pezzo di quella esperienza a saldarsi con il campo alternativo alla destra. Noi questo sforzo dobbiamo sostenerlo, anche con generosità”.

 

Bene. Auguri a Roberto Gualtieri, candidato Pd a Roma. Lo avete tenuto sospeso per due mesi confidando nella candidatura di Zingaretti e in un’alleanza con il M5s. Né uno né l’altra. A questo punto non sarebbe  meglio guardare alla destra della vostra sinistra anziché alla sinistra di qualcosa di indefinito? “Rispondo: se guardo alla destra della mia sinistra vedo la destra, ma forse è la sua domanda che mi confonde. Penso che saremo più convincenti quanto più sapremo rafforzare il nostro profilo e la nostra proposta al paese”. Ancora dall’intervento del segretario in assemblea, venerdì 14 maggio. Letta: “Dobbiamo lavorare sull’identità, su chi siamo”. Compagno Cuperlo, proseguiamo  con la psicanalisi democratica? “Spero di no, la realtà è che in stagioni diverse noi siamo andati meglio, anche nelle urne, quando abbiamo saputo dire i punti di forza che ci distinguevano. Non siamo stati compresi e ci hanno puniti quando abbiamo litigato col mondo, quando abbiamo ricondotto la politica alla ricerca velleitaria di costruttori e responsabili”.

 

In queste ore si cerca una donna da contrapporre a Gualtieri alle primarie. E’ la “quota femminile”. Anche le donne del Pd sono infastidite. Dove si sbaglia? Cuperlo: “Nel cercare una donna con la logica che ha appena detto lei. Nulla è più insopportabile che l’uso strumentale dell’autonomia femminile”. Tra i punti dell’agenda Letta: legge elettorale maggioritaria. E’ un sistema che vi costringe a un’alleanza con il M5s. Non sarebbe preferibile il proporzionale? Non vi emanciperebbe? Dice: “Per quanto mi riguarda qualunque soluzione si scelga la priorità è restituire agli elettori la possibilità di scegliere il proprio rappresentante”. Lei è un finissimo uomo di lettere. Questo rapporto con il M5s non le ricorda la novella “La Balia”? “Eh, ma se cita Pirandello la cosa importante è non finire come la signora Frola e il signor Ponza, suo genero”.

 

Ci spiega, con parole sue, perché la sinistra, il Pd, si sente investito di correggere il legno storto dell’umanità? Siete il partito nuvola, i “grigi” per il paese? “Le rispondo che siamo stati al governo per undici degli ultimi quindici anni e senza aver vinto le elezioni. Una volta per salvare l’Italia dalla bancarotta, un’altra per toglierla a Salvini, una terza per vaccinarla e usare i fondi europei. L’identità è anche dire al governo perché, per fare cosa e con chi, ma prima del voto”. Sezione proposte: Letta ha intenzione di dotare il Pd di una piattaforma digitale. Il M5s la dismette e voi ve la costruite. Ohibò. “Sarà una cosa utile, casomai se me lo chiedono anziché Rousseau la chiamerei Montesquieu”. Cuperlo, quanto è difficile essere del Pd? “Non quanto crede perché se conservi un po’ di passione non ti annoi”.

 

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  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio