Oltre il Recovery

Draghi vuole Garofoli per monitorare l'attuazione del programma

Il Cdm approva il Piano. "L'Italia ricomincia"

Carmelo Caruso

Salta obbligo dello smart working nella Pa. Fondo aggiuntivo per le Regioni da 30 miliardi. Al sottosegretario il compito di seguire l'agenda di governo. Salvini si butta sulla cartelle esattoriali. Orlando chiede al premier: "Moderalo"

Roma. E’ importante tanto quanto le riaperture perché è un’altra immagine dell’Italia che riparte e si ritrova. E’ più di un obbligo che cade. E’ la prova che con prudenza “l’Italia ricomincia”. E’ la lenta riconquista degli spazi, il ritorno in presenza lì dove le amministrazioni pubbliche lo ritengono più utile a garantire regolarità e continuità dei servizi. Nel Cdm di oggi, in due tempi, mattina e pomeriggio, il governo ha deciso infatti di togliere l’obbligo dello smart working al 50 per cento nella PA perché “se aprono bar e ristoranti è giusto che progressivamente si torni alla normalità anche altrove”.

 

Non è una misura irreversibile, ma un augurio e la possibilità di farlo. Il Consiglio dei ministri convocato per mettere il timbro definitivo al Pnrr, finisce così per recepire preoccupazioni pratiche. Si prorogano i termini di presentazione dei rendiconti per i comuni. Prorogata la validità dei documenti d’identità. La sorpresa politica è però un’altra. Monitorare e spiegare quanto è stato fatto. Valutare a che punto si è arrivati con l’agenda. Il premier ha individuato in Roberto Garofoli quella figura che corrisponde a una sorta di ministro per l’Attuazione del Programma. Sarà lui che tecnicamente avrà questo compito. E sarà una specie di metronomo dell’azione e dell’efficacia.
  
Non serve a raccontare i successi che si sono ottenuti (Recovery, piano vaccinale) ma a tenere alta l’attenzione sulle riforme. E’ la fase nuova che da oggi si può dire iniziata. Si guarda ai primi 100 giorni. Pochi se ne sono accorti ma in silenzio è partita una campagna di sensibilizzazione a cui il governo tiene molto. Sono spot televisivi che stanno andando in onda sulle reti Rai e Mediaset per ricordare che l’Italia riapre ma “che la libertà di domani dipende da tutti noi” e l’invito finale è a “riprendersi il gusto del futuro”. E’ una frase cara a Draghi. Nel Cdm che si è sdoppiato, per dare la possibilità al ministro per gli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, di confrontarsi con le regioni, è stato varato un fondo complementare di 30.6 miliardi che accompagnerà il Recovery. Adesso si può dire: il Pnrr viene materialmente inviato a Bruxelles. Accadrà domani sera

 

E’ stato approvato dal Parlamento con l’astensione di FdI di Giorgia Meloni, un gesto, quello dell’astensione, che è stato misurato positivamente. Non è stato un no e non è poco, pensano al governo. Ci sono dossier che ieri non sono entrati in Cdm e che saranno invece affrontati la prossima settimana. La condizione delle cartelle esattoriali dovrebbe trovare posto nel dl Imprese ma l’ha già annusata Salvini. La polemica sulle concessioni balneari non è mai esistita. Non c’è nessuna estate in pericolo. Lo ha confermato il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. Serve invece una riforma per quanto riguarda le concessioni ma che rientra nel tema più vasto della concorrenza. Se ne sta occupando il consulente di Palazzo Chigi, l’economista Francesco Giavazzi.

 

Il caso Claudio Durigon, il sottosegretario del Mef finito nelle polemiche, non è invece stato discusso in Cdm. Il M5s chiede il passo indietro. Qualcuno parla di ritirare le deleghe. Lo può fare solo Draghi e non il ministro dell’Economia Daniele Franco. Al Pd preoccupa più Salvini che Durigon. Enrico Letta, Andrea Orlando e Dario Franceschini hanno avuto una conversazione  con il premier. Gli chiedono sempre di moderarlo. Anche questo fa ormai parte  dell’attuazione del programma.
 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio