il retroscena

Così Durigon rischia di finire nella bufera. "Come M5s siamo già pronti a chiederne le dimissioni"

L'anticipazione di un'inchiesta di Fanpage scatenano la zuffa politica. Sarebbe il sottosegretario leghista all'Economia l'uomo intercettato mentre dice, a proposito dell'indagine sui 49 milioni della Lega, "quello che indaga ce l'abbiamo messo noi". I grillini già pronti alla battaglia 

Schiavi dell'hype. A volte basta un'anticipazione, per innescare il caos. E dunque, nell'attesa che Fanpage pubblichi la versione integrale della sua inchiesta, è sull'annuncio fatto dal direttore della testata napoletana, Francesco Piccinini, che nel Palazzo inizia la zuffa. E allora ecco che uomo di governo del M5s si avvicina ai colleghi in Transatlantico e li mette sull'attenti: "Noi, come M5s, se vengono confermate le indiscrezioni, siamo già pronti a chiederne le dimissioni". Ce l'ha con Claudio Durigon. Perché è lui, a quanto pare, l'indiziato numero uno. Sarebbe il sottosegretario all'Economia, uomo forte del Carroccio nel Lazio e dintorni, cioè, "il pezzo da novanta del governo" registrato a sua insaputa in una via del centro di Roma dalle telecamere di Fanpage.

Sarebbe Durigon, insomma, quell'uomo in maniche di camicia arrotolate che, interrogato sugli sviluppi di un'inchiesta ai danni del suo partito, ostenta serenità: "Non ti preoccupare, quello che sta indagando l'abbiamo messo noi". Il riferimento sarebbe quindi all'ormai famigerato dossier dei 49 milioni. Quello su cui, su mandato della procura della Genova, sta indagando la Guardia di finanza. E dunque, nei retropensieri grillini, quell'allusione all'uomo che "abbiamo messo noi" sarebbe nientemeno che il generale Giuseppe Zafarana, scelto come vertice delle Fiamme gialle nel maggio del 2019, su disposizione del governo gialloverde proprio con la benedizione di Matteo Salvini. "E quindi ci sarebbe un problema enorme di conflitto d'interesse, visto che la Guardia di finanza, peraltro, dipende proprio dal Mef", proseguono nel M5s. "E non potremmo che chiedere le sue dimissioni". 

 

A meno che, poi, tutto il clamore non si risolva nell'attesa, e la polemica si sgonfi alla visione integrale del video. Certo, se anche i leghisti si sono preoccupati, se tra qualche vecchia volpe del Carroccio già si fa il nome del padovano Massimo Bitonci come eventuale sostituto di Durigon al Mef, vuol dire che un po' di tensione è davvero avvertita, nel quartier generale di Salvini. 

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