Frattura nel Pd locale

Schema Bologna? L'asse Pd-Cinque stelle allo stress test

Isabella Conti, sindaco di San Lazzaro ed esponente di Italia Viva, si candida da "indipendente", il dem Marco Lombardo la sostiene. Ma Nel Pd e nel M5s non credono alla tenuta del profilo trasversale

Marianna Rizzini

Dice il cinque stelle Max Bugani: "Se avesse davvero voluto correre da indipendente, avrebbe dovuto lasciare Italia Viva". Il candidato Matteo Lepore, assessore nella giunta Merola, promette di "cacciare Renzi come Salvini". Ma nel pd locale si chiede "libertà di voto sui tre candidati, Conti compresa". 

Succede a Bologna, ma non è detto che non succeda altrove: lo schema per le elezioni amministrative non segue la griglia dell’intesa cordiale Enrico Letta-Giuseppe Conte, e cioè quella che vorrebbe, ove possibile (ma si è già vista a Roma e a Napoli la fatica), che l’alleanza M5s-Pd non venisse scavalcata sul piano locale, motivo per cui l’ex ministro e responsabile pd Enti locali Francesco Boccia sta girando in su e in giù per il paese. E a Bologna i giochi sembravano in qualche modo fatti attorno alla candidatura dell’assessore della giunta Merola Matteo Lepore, in campo come l’altro assessore dem Alberto Aitini. Solo che qualche giorno fa il sindaco renziano di San Lazzaro Isabella Conti ha annunciato su Facebook di voler correre da indipendente (ma a inizio aprile Renzi aveva lanciato il suo nome: “Voglio Isabella Conti a Bologna”).

“Non ho capi, nel modello Bonaccini c’è anche Italia Viva”, ha detto Conti scendendo in campo, ma il timore nel Pd e nei Cinque stelle è che l’indipendenza non possa essere mantenuta e che la mossa possa essere replicata lungo il punto di possibile rottura dell’asse M5s-Pd. Tanto più che l’assessore pd Marco Lombardo ha annunciato il sostegno alla sindaca di San Lazzaro al grido di: “Sono il primo dirigente dem che lo fa? Sono sicuro che non sarò l’unico” (si temono altri ribelli nell’area ex renziana di Base riformista). Conti, che si è candidata dichiarando di voler fare una “campagna gentile”, ha commentato l’appoggio dell’assessore con parole inclusive: “Saperlo al mio fianco mi fa sperare davvero in una stagione nuova, nella quale ritrovarci insieme non sulla base delle etichette o dei simboli, ma in virtù di una più profonda comunione di intenti, per Bologna”. Ma non tutti scelgono l’appeasement. Non il candidato Lepore (“cacceremo Renzi come Salvini”, è stata la frase rievocativa della stagione in cui nel capoluogo emiliano le piazze si riempivano contro il leader della Lega al Paladozza). E non sceglie l’appeasement neanche il M5s. Dice al Foglio Max Bugani, cinque stelle bolognese storico e capo staff di Virginia Raggi a Roma: “Chi non è nato ieri si rende conto che il disegno di Renzi è usare il volto gentile di Isabella – che stimo – per mettere in crisi il rapporto Letta-Conte e creare nuove geometrie centriste con una parte del centrodestra. Dispiace che Conti si faccia strumentalizzare. Se davvero avesse voluto correre da indipendente, sarebbe dovuta uscire da Italia Viva. Noi abbiamo lavorato bene in città con il Pd, e il progetto ‘Laboratorio Bologna’ può contenere anche Isabella, ma non se diventa una pedina di Renzi”. Intervistato da Repubblica, Bugani si spinge oltre (“se vince Conti lascio l’alleanza”).

Ma che cosa dice il Pd? Tace l’area che, prima delle dimissioni di Nicola Zingaretti e del ritorno di Letta, sognava un futuro con Stefano Bonaccini segretario. Lepore insiste nel sottolineare la proiezione extra-bolognese della candidatura Conti: “Qualcuno sta cercando di strumentalizzare queste primarie, lo sappiamo”, è la frase che il delfino di Virginio Merola ripete da giorni, anche se la sindaca di San Lazzaro risponde rilanciando sul trasversalismo: “Ho deciso di mettermi al servizio. Scelgo di partecipare alle primarie di coalizione del centrosinistra perché è la mia casa, la mia storia, i miei valori, e lo voglio fare con una candidatura e un progetto politico senza bandiera, senza simboli”. E c’è chi, nel Pd bolognese, ora invoca libertà di voto alle primarie: libertà di votare Lepore o Aitini, ma anche Conti. “Sono tutti espressione del campo del centrosinistra, tra le quali individuare quella migliore per vincere le elezioni vere”, ha detto il consigliere comunale Piergiorgio Licciardello. Ma il consigliere regionale dem Antonio Mumolo,  su “Repubblica”, evoca lo statuto del partito (che impedirebbe di votare candidati extra Pd). E Bologna sembra specchio anticipatore di quello che potrebbe succedere altrove, anche ai vertici del partito. 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.