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La bozza

L'Italia verso la riapertura. Dai bar ai teatri, le proposte delle regioni

Redazione

Gradualità sarà la parola d'ordine. Da maggio i ristoranti potrebbero essere aperti anche a cena, con un allungamento del coprifuoco, cinema e teatri accessibili dopo un tampone negativo. Aperture in vista anche per palestre e piscine

Dovrebbe essere maggio il mese delle riaperture. Una ripartenza nel segno della "gradualità", che terrà conto, inevitabilmente, dell'andamento del contagio e del numero di persone vaccinate. Ad aprire per primi saranno i ristoranti, ma dopo la decisione di rendere accessibile lo stadio Olimpico per gli Europei, seppur con capienza limitata, anche per i luoghi della cultura, per palestre e piscine, sono in arrivo misure per riprendere le attività in sicurezza.

 

In ogni caso, i provvedimenti saranno adottati su base regionale e in maniera differenziata, e dovrebbero valere solo per i territori che presentano numeri da "zona gialla", una condizione che dal mese prossimo tornerà possibile dopo la sospensione per decreto. "Credo che sia sicuramente lecito aspettarsi delle riaperture per maggio. L’ipotesi di lavorare sull’aperto personalmente mi convince molto, i dati indicano che c’è minore possibilità di contagio e quindi la stagione che sta arrivando potrà aiutarci a recuperare alcune attività", aveva detto il ministro Speranza pochi giorni fa. E oggi i rappresentanti dei territori, guidati dal presidente del Friuli Venezia Giulia e neo presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, presenteranno al governo un piano per la riapertura delle attività. Sul tavolo anche un'eventuale allungamento dell'orario di coprifuoco e gli spostamenti tra regioni. Ecco le principali proposte della bozza.

 

Ristorazione e coprifuoco

Nella bozza vengono individuate una serie di misure in grado di garantire la sicurezza dei locali, anche in "scenari epidemiologici definiti ad alto rischio purché integrate con strategie di screening". In primo luogo si dovrà privilegiare l'utilizzo degli spazi esterni, sempre mantenendo il distanziamento tra i tavoli di almeno un metro (due nel caso dei tavoli all'interno), e l'accesso tramite prenotazione (con un registro dei clienti da conservare per 14 giorni). Dopo le 14, dovrebbe essere consentita solo la consumazione al tavolo; andrà favorita la consultazione di menù digitali, tramite Qr code per esempio, e nel peggiore dei casi i menù dovranno essere plastificati, così da poter essere agevolmente sanificati.

 

Nei locali che invece non dispongono di posti a sedere, il numero di clienti a cui viene concesso l'ingresso deve essere limitato, "in modo da assicurare il mantenimento di almeno due metri di separazione". Consentiti i buffet, ma deve essere il personale incaricato ad effettuare la somministrazione dei prodotti. In alternativa il buffet sarà consentito solo in presenza di prodotti confezionati in modose. Restano sempre valide le norme relative all'utilizzo di mascherine e prodotti igienizzanti. In ogni caso, si legge ancora sulla bozza, "le misure riportate possono consentire lo svolgimento sia del servizio del pranzo che a cena". In questo senso, dunque, i presidenti di regione chiederanno al governo anche di rivedere l'orario del coprifuoco, che potrebbe essere allungato di un paio d'ore.

 

Cinema, teatri e spettacoli dal vivo

Una prima novità per favorire la riapertura dei luoghi della cultura è quella che riguarda i tamponi: un test negativo nelle ultime 48 ore per accedere ai locali, in alternativa al completamento del ciclo vaccinale. Dovranno essere riorganizzati gli spazi in modo da prevedere un distanziamento di almeno 1 metro tra gli spettatori durante gli spettacoli, e in modo da evitare ogni forma di assembramento in entrata o in uscita. Quanto ai numeri, Dario Franceshini, ministro della Cultura, ha sottoposto al Comitato tecnico-scientifico un documento che prevede di aumentare le capacità di cinema e teatri: ovvero una capienza del 50 per cento, e non più del 25, per i locali al chiuso e un numero massimo di ingressi che arriva fino a 500. Mille nel caso di manifestazioni all'aperto.

 

Palestre e piscine

Gli ingressi nelle palestre dovranno essere pianificati, ad esempio attraverso le prenotazioni, mentre gli accessi regolamentati al fine di evitare assembramenti. Dovrà essere inoltre conservato per 14 giorni l'elenco delle presenze. All'ingresso sarà obbligatoria la misurazione della temperatura, con il divieto per chi è oltre i 37.5 gradi. La distanza tra gli utenti dovrà essere di almeno un metro mentre non si fa attività fisica, altrimenti il distanziamento minimo sale a due metri. Gli attrezzi andranno disinfettati ogni volta dopo l'utilizzo, così come gli spogliatoi a fine giornata. Vietato infine l'utilizzo di armadietti promiscui. Anche nel caso delle palestre, si legge sulla bozza, le misure possono garantire uno standard di sicurezza anche in scenari ad alto rischio, "purchè integrate con strategie di screening". Si valuta inoltre la possibilità di favorire le lezioni individuali.

 

Anche nelle piscine è previsto il monitoraggio della temperatura e valgono le stesse regole in materia di pianificazione e regolamentazione degli accessi. Quanto alle attività, "la densità di affollamento in vasca è calcolata con un indice di 7 metri quadri di superficie di acqua a persona". Per le aree solarium e verdi, bisognerà assicurare un distanziamento tra gli ombrelloni che garantisca una spazio di almeno 10 metri quadri per ogni postazione. "Il gestore - si legge ancora sulla bozza - è tenuto, in ragione delle aree a disposizione, a calcolare e a gestire le entrate dei frequentatori nell’impianto in base agli indici sopra riportati".

 

 

 

 

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