Roberto Monaldo / LaPresse

Quelle vergogne su Ottaviano Del Turco

Luigi Manconi

Il consiglio di Presidenza del Senato non ha potuto votare la proroga del vitalizio a suo favore. In realtà, si tratta dell’assegno pensionistico, ma definirlo “vitalizio” (come fanno tutti) evoca una suggestione stigmatizzante

Al direttore - Apprendo che il consiglio di Presidenza del Senato non ha potuto votare la proroga del vitalizio a favore di Ottaviano Del Turco. In realtà, si tratta dell’assegno pensionistico, ma definirlo “vitalizio” (come fanno tutti) evoca una suggestione stigmatizzante. Lega e M5S hanno fatto mancare il numero legale, impedendo così l’approvazione di un provvedimento richiesto “per motivi umanitari”, considerate le drammatiche condizioni di salute dell’ex sindacalista ed ex presidente della regione Abruzzo. Secondo il M5S “non c’è alcuna ragione perché si faccia un’eccezione”.

 

Ecco, la motivazione, ridotta all’osso, dell’accanimento contro Del Turco va letta come l’affermazione di un deforme e perverso “principio di uguaglianza”. E questo la dice lunga sulla sostanza schiettamente populista e reazionaria della cultura del M5S e della Lega (ricordate le nequizie del governo giallo-verde?). Dunque, non va consentita “un’eccezione”, in base a una interpretazione dell’uguaglianza, come processo di livellamento verso il basso. Ovvero, l’idea che le pari opportunità vadano ottenute tramite l’omologazione al ribasso, la cancellazione di tutele dovute ( come nel caso di Del Turco), l’azzeramento di garanzie derivanti dalla peculiarità delle vite e dei percorsi professionali di ciascuno. Davvero una concezione orribile della lotta contro le élite, le caste e i loro privilegi.

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