Il caso

Casalino, ma non solo: ecco il "ciuffo magico" di Conte per trasformare il M5s in partito

Tutte le mosse e i contatti dell'ex Avvocato del popolo alla prese con la conquista del Movimento: l'ultima transizione dei pentastellati

Simone Canettieri

Gli uomini, i testimonial (come la Guerritore), gli imprenditori e la ricerca di una nuova sede: così si muove l'ex premier per diventare il capo politico dei grillini

Altro che transizione ecologica: sarà politica. Super politica. Una sede, uno staff e una cassa (da riempire) per far funzionare la macchina:  così il Movimento 5 stelle  diventerà partito. Una mutazione  che passa da una serie di passaggi inediti per una creatura nata dallo spontaneismo del vaffa comandato da una srl di Milano (la Casaleggio Associati).

 

Ora si cambia. E ci sono dunque una serie di particolari non banali che Conte ha bene in mente e su cui sta lavorando da quando ha deciso di diventare capo politico dei nuovi grillini. Sicché, al di là delle dichiarazioni di ieri sera davanti agli eletti, occorre mettere in fila una serie di tasselli. Alcuni dei quali sono chiari, ma altri meno e si incastreranno (forse) strada facendo. Si parte prima di tutto dalla segreteria tecnica di Conte: il ciuffo magico. Sono pronti a seguirlo in “questa affascinante avventura” (per dirla con il sodale del Pd Enrico Letta) il nucleo ristretto che gli è stato vicino ai tempi di Palazzo Chigi. Con la Lega e con il Pd.  Nella gioia e nel dolore.

 

Chiaro: ci sarà il funambolico Rocco Casalino nelle vesti di capo della comunicazione con ambizione da futuro parlamentare. 
L’ex portavoce del premier non vede l’ora di gettarsi in un’altra campagna elettorale, ma nel frattempo definirà l’immagine del capo: televisioni, giornali e soprattutto sarà il Guido Piovene di questo viaggio nell’Italia vaccinata che Conte ha in mente di fare in estate. Rocco forever, ma non solo. 

   

Nella nuova vita del Conte politico, che sogna il gran ritorno a Palazzo Chigi così come Letta, ci sarà ancora Chiara Ricciuti, discreta ma onnipresente ai tempi dei due governi nella veste di responsabile dell’ufficio stampa. E ancora: Andrea Benvenuti, fiorentino di 29 anni, laurea in Giurisprudenza all’Università di Firenze e dottorando nel fondamentale studio Alpa. Di Conte è  stato il segretario particolare al governo, ma anche il coordinatore del gruppo degli Europeisti, nato in Senato ai tempi dei Costruttori (il gruppo ora non c’è più: c’è Draghi).  Il futuro capo del M5s si porterà con sé anche Dario Adamo, social media manager: il cui  ultimo graffio nel web è il video empatico del premier che saluta con la manina i dipendenti di Palazzo Chigi nel giorno dell’insediamento di Draghi. Operazione degna di Chiara Ferragni. Darà una mano anche l’irpino Gerardo Capozza, capo cerimoniale della presidenza del Consiglio poi passato all’Aci con galloni di segretario generale. Questo è il team di Conte che dovrebbe prendere le chiavi del Movimento: persone di fiducia comprovata, pronte al salto nel fuoco. Il ciuffo magico, appunto.
In questa complicata transizione Conte sta cercando casa: vuole una sede fisica per incontrare le persone. Un’altra novità assoluta. D’altronde, il M5s finora si è sempre sviluppato sugli assi dei gruppi parlamentari (Camera e Senato), senza bisogno di un’altra struttura. Ma il futuro leader, come si sa, non è un parlamentare e, come raccontano i suoi amici, “non potrà mica fare la spola tra Montecitorio e Palazzo Madama per vedere le persone”. Da quando non è più premier è stato costretto a organizzare le riunioni a casa della fidanzata Olivia Paladino (figlia di mister Plaza). Ora si cambia, ora si fa sul serio. Ma sempre gli schei serviranno:  e qui si entra in zona Casaleggio, che è peggio di quella rossa rinforzata. Fino a ieri sera, da quanto risulta al Foglio, non c’erano novità sulla trattativa Movimento-Rousseau. 

I parlamentari versano l’obolo al figlio di Gianroberto, ma Conte ha fatto sapere che chi vorrà far parte del suo club dovrà mettere le mani al portafogli (si è parlato di 3 mila euro a eletto). I soldi servono per pagare gli staff e la nuova casa del Movimento. Così come si cerca un tesoriere e un avvocato (ma su questo l’ex premier gioca in casa) per curare tutti i problemucci che sorgeranno. E dunque: venite, o finanziatori. Quando per un momento si palesò l’ipotesi di un partito di Conte, libero dal M5s, si fecero avanti importanti  protagonisti dell’editoria, entusiasti. Rimanendo il brand di Grillo non si sa. Ma non è difficile immaginare che in queste settimane Giuseppi abbia compulsato la rubrica del cellulare per riallacciare i rapporti con una serie di “uomini del fare” incontrati durante l’esperienza di governo. Uno su tutti: il re del cashmere Brunello Cucinelli.

 

Tutto è in fieri, comprese le decisioni più politiche.  Il nuovo capo grillino dovrà comunque creare una nuova segreteria politica e farà i conti con le varie anime del Movimento che lo aspettano al varco. “Ma io voglio allargare per rilanciare”, confida l’ex premier in queste ore. Gli piacerebbe avvalersi dei consigli economici di Piero Cipollone (uomo di Bankitalia), di quelli sul verde di Pecoraro Scanio e di Monica Guerritore per la cultura. Ci saranno “no grazie”, ma anche “ti diamo una mano”. Tutto si muove all’ombra del big del M5s.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.