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Il riformismo secondo Matteo Renzi

L'ex premier ha aperto i lavori della quarta assemblea nazionale di Italia Viva. "Per la primavera del riformismo bisogna passare dalle parole ai fatti, su giustizia e diritti in primis"

Italia viva si è radunata, online, in assemblea, la quarta del partito. Un modo per fare il punto sulla situazione attuale, soprattutto ora che quattro parlamentari sarebbero pronti a tornare nel Pd, come anticipato dal Foglio ("Chi vuole andare vada, lo saluteremo con un abbraccio. Da noi non ci sono lucchetti", ha commentato Renzi) e programmare il prossimo futuro, quella 'Primavera delle idee' che altro non è che "l'aprirsi, ascoltare, utilizzare questo tempo senza elezioni per entrare in sintonia con la realtà profonda del Paese con una serie di cantieri. Abbiamo già iniziato, dobbiamo adesso in qualche modo disciplinarne un format, un metodo, un modo di azione”.

 

Matteo Renzi ha apprezzato "la novità del Pd guidato da Enrico Letta che rappresenta oggettivamente una svolta rispetto all'epoca di Zingaretti". Prima di sottolineare che "per la primavera del riformismo bisogna passare dalle parole ai fatti, su giustizia e diritti in primis". "Siamo pronti al confronto su tutti i punti, ma se la cultura riformista accetta di stare nella sfida con chi accetta di stare nella cultura dell'odio c'è una contraddizione in termini".

 

Renzi ha focalizzato i punti principali della svolta riformista che si attende dal Pd e soprattutto dal governo. Giustizia, Sud, diritti, riforme, lavoro.

 

"Da che parte si sta sulla prescrizione? Dalla parte del diritto o dalla parte di Bonafede? In Parlamento c'è una maggioranza garantista. Il Pd sta con noi o con i Cinque stelle? La vicenda Eni grida vendetta, io sono andato in Parlamento a difendere Claudio Descalzi e Paolo Scaroni, anni di processi e spese legali e alla fine si e' dimostrato che quella vicenda non esisteva". Quanto ai diritti civili "si è riformisti non se si evocano ma se si realizzano le riforme". Quindi rivendica la legge sul Jobs act che "ha creato più di un milione di posti di lavoro". E sulle prossime elezioni politiche cita l'ex segretario della Dc, Martinazzoli: "Abbandoniamo la retorica mistica delle alleanze". "Noi non abbiamo bisogno oggi di discutere di legge elettorale. Prendiamo atto dei repentini cambiamenti delle altre forze politiche. Siamo già passati dal proporzionale al Mattarellum, ma io ho l'impressione che alla fine non se ne farà niente. Noi siamo pronti ad andare con qualsiasi legge", sottolinea. In ogni caso, Iv "con il 2 per cento" ha, intanto, "dettato la linea: come e' possibile? Si chiama politica. Il sondaggio è un istante, non fonda e non crea cultura politica. Il primo effetto di questo passaggio di governo è il tempo: Italia viva ha due anni per discutere che cosa vuole essere da grande e lo faremo insieme".

 

Un periodo di cambiamento è alle porte del quale Renzi si prende una buona parte dei meriti. "L'avvento del governo di Mario Draghi non è una sconfitta della politica, è un trionfo della politica, un capolavoro della politica", ha sottolineato Renzi. "Nel giro di due mesi l'Italia è tornata ad essere una grande potenza mondiale. Non ci credeva nessuno, ci davano per dei pazzi", aggiungendo che anche se "oggi Italia viva non è più decisiva per la tenuta del governo", l'obiettivo "non è ritagliarsi una nicchia di potere", ma "la salvezza del paese".

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