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Zingaretti telefona a Letta: "Anche io sono con te"

L'ex premier si è dato due giorni per riflettere sulla proposta di diventare segretario del Pd, ma tutti nel partito sanno che in realtà ha già accettato. La vicesegretaria unica potrebbe essere Roberta Pinotti

Martedì si sono telefonati Nicola Zingaretti e Enrico Letta. Passato e futuro del Pd. “Sono contento se accetterai questa sfida”, gli ha detto Zingaretti. “Non ti mancherà il mio sostegno”. Per l’ex segretario sarebbe comunque un passaggio di testimone in continuità. Secondo Zingaretti, infatti, Letta, vedrebbe di buon occhio l’alleanza con il M5s. Ma questa è ovviamente la versione (e l’interpretazione) del segretario dimissionario.

  

Secondo i giovani turchi questa interpretazione servirebbe, a Zingaretti, per far saltare i nervi di Lorenzo Guerini e Luca Lotti per non parlare di Andrea Marcucci. Tutti dirigenti che vedono come fumo negli occhi l’idea di matrimonio con i 5 stelle.

   

Enrico Letta ieri si è dato due giorni per pensarci, ma tutti nel Pd sanno che in realtà ha già accettato. Pare infatti stia già tornando da Parigi. Non solo: l’ex presidente del Consiglio sta già pensando a come metter mano al partito. E al Nazareno dicono che voglia nominare una vicesegretaria unica. Circola già il nome di Roberta Pinotti, di area dem, cioè della corrente di Dario Franceschini, grande sponsor insieme a Paolo Gentiloni, della candidatura di Letta.
Raccontano che Beppe Provenzano ci sia rimasto molto male. L’ex ministro del governo Conte ci aveva fatto la bocca. Era convinto di poter riuscire, grazie al suo sponsor Andrea Orlando, a poter fare il segretario. E invece niente… E’ per questa ragione, dicono le malelingue del Nazareno, che adesso Provenzano ha intensificato i suoi strali verso il governo Draghi. Spera di fare il controcanto a Letta, che invece con l’attuale presidente del Consiglio ha un ottimo rapporto e non intende certo far deragliare la politica del Pd rispetto all’esecutivo.

   

Un altro ex ministro che ci aveva fatto un pensierino è Roberto Gualtieri. Nei colloqui di questi giorni aveva spiegato a qualche parlamentare dem a lui vicino che la cosa era fattibile. Anche perché il povero Gualtieri vede sfuggire la candidatura a Roma. Anche se il suo braccio dentro Claudio Mancini in questi ultimi giorni è dato come attivissimo nel mondo romano che conta per cercare di sponsorizzare la candidatura dell'ex ministro dell'Economia. Nel Pd parlano anche di contatti tra Mancini, già uomo di fiducia di Massimo D'Alema, e Walter Veltroni e Francesco Rutelli. Tuttavia tra i dem della Capitale, nonostante le smentite, si continua a sostenere che alla fine Nicola Zingaretti farà il gran passo e si lancerà alla conquista del Campidoglio.

   

Enrico Letta, comunque, all’Assemblea nazionale di domenica non avrà problemi: verrà eletto praticamente all’unanimità. Nonostante le freddezze e i distinguo, infatti, anche Base riformista voterà per l’ex premier.

   

L’idea degli sponsor della candidatura di Letta è quella di fare comunque un Congresso dopo la pandemia, le amministrative e l’elezione del successore di Sergio Mattarella al Quirinale. Un congresso nel 2022, quindi, prima cioè della scadenza naturale che è nel 2023. Ma si tratterebbe di un congresso tematico, come quello che voleva Zingaretti. Cioè senza primarie e quindi senza elezione del segretario. Del resto, alla fine si stanno convincendo di questo anche gli esponenti di Base riformista, contro i quali, nei territori gli zingarettiani hanno messo in atto una grande campagna. Sono loro, ormai per i militanti, i colpevoli delle dimissioni traumatiche di Zingaretti. E perciò non sono affatto visti di buon occhio. Difficile perciò in queste condizioni riuscire a far convocare un Congresso vero e proprio con tanto di primarie.

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