Marcucci: "Letta è più affine a Draghi che a Conte? Non sarebbe un male"

Francesco Cocco

Il capogruppo dem al Senato commenta l'ipotesi di una candidatura di Enrico Letta a segretario del Pd: "Un candidato autorevole, ma al partito serve un congresso non appena possibile"

"Le valutazioni su Letta le farà l'assemblea, ma è un candidato autorevole". Andrea Marcucci, capogruppo dem al Senato, rimanda al momento collegiale che ci sarà domenica le valutazioni su Enrico Letta, di cui in queste ore si parla come possibile candidato per la segreteria del Pd, lasciata vuota da Nicola Zingaretti"Per la sua storia e per i ruoli che ha avuto, credo che Letta rappresenti l'anima plurale del Partito democratico, rappresenta la sintesi di un riformismo con matrici culturali diverse. Assomiglia più a Draghi che a Conte? Non so ma, se fosse vero può aiutare", dice Marcucci. 

    

Oltre a individuare un segretario, per il capogruppo Dem è necessario al più presto un congresso, per ridisegnare il perimetro del Pd dopo l'esperienza del governo Conte e l'ingresso nella maggioranza che sostiene Mario Draghi. "Il segretario – dice Marcucci – deve avere un quadro politico definito, possibilmente essere eletto all'unanimità, e assumere impegni chiari. Credo anche che sia necessario un confronto molto serio in tempi ragionevoli. Un confronto che può avvenire dopo le amministrative, a fine di quest'anno, da concludersi entro la primavera del 2022". E tuttavia, in questo quadro, il prossimo segretario non dovrà essere un traghettatore. "Il Pd deve tornare a essere protagonista di questo periodo e per questo abbiamo bisogno di un segretario a tutto tondo", continua. 

   
"Le parole di Zingaretti sono state parole sbagliate", ha aggiunto Marcucci riferendosi al post con cui l'ex segretario ha comunicato di volersi dimettere. "Credo siano state uno sfogo del momento. Zingaretti ha subito un periodo molto complesso, dalla crisi del governo Conte al riposizionamento con la nuova maggioranza, ma anche la vicenda della parità di genere, che oggettivamente è stata una scivolata. Io quelle parole non le avrei mai usate, sono orgoglioso della comunità del Pd".