Mario Draghi e Giuseppe Conte a palazzo Chigi per la cerimonia della campanella (foto Ettore Ferrari/POOL Ansa/LaPresse) 

La pressante esigenza politica di cui si sente bisogno

Giuliano Ferrara

Un’armata libberale in grado di riprendere la bandiera dal fango. Cari auguri

Si sente l’esigenza di una formazione del centro liberale e riformista. Democristiani e comunisti (Renzi, Franceschini, il Pci Zingaretti, Bettini) hanno impedito a Salvini l’accesso al pieno potere. Hanno trasformato i grilli parlanti in usignoli della Transizione ecologica (li mortacci sua, della Transizione). Hanno fatto dell’avvocato magistrale Conte un Bisconte capace di chiudere le porte al virus e aprirle all’Europa intergovernativa e sovranazionale, diciamo pure sovietica, ma con quattrini a schiovere. Hanno risolto una lite in famiglia sul Trisconte con l’eccezionale ricorso (Mattarella) a uno che i quattrini li sa battere e spendere, il keynesiano dei ricchi Mario Draghi (cit). Hanno evitato il Mes, che ora è come il diavolo incarnato. Hanno messo i tedeschi a guidare i musei al posto dei Montanari. Hanno lodato i sauditi per le smart cities, lodevoli. Ci hanno dato Speranza, a noi vecchietti obesi con malattie pregresse e quadro clinico complesso. Hanno ridipinto l’Italia a colori, escluso non so perché il viola pallido. Hanno fatto tutto o quasi, ma ora bisogna completare.

      

Ecco perché rinasce l’esigenza, contro il bipopulismo, di una terza forza che sia per carità  colta, intelligente, popolare, non populista, non dursiana, capace di usare la leva di un libberalesimo di massa per rinverdire i fasti delle organizzazioni e liste pregresse come le malattie, quella di Massimo Severo Giannini, compianto grande professore, di Ernesto Galli della Loggia, quando non era grillino, di Nando Adornato (di cui l’Avvocato diceva: capisco Ornato, ma non Adornato). Serve qualcuno che ridia fiato a una politica di licenziamenti di massa, a uno stato minimo nella pandemia, a un ruolo efficentista dei mercati, qualcuno che risistemi, facendo sistema, la Repubblica dei partiti con una bella uninominale secca a un turno, anzi, due turni, per una governabilità vincente. Servono privatizzazioni, per esempio la Cdp. Il professor Giavazzi, per il quale non manca in me una stima sincera, è per così dire passato al nemico, nel senso del keynesismo ambiant, environnant, surrounding. Ci va un’armata libberale in grado di riprendere la bandiera dal fango in cui l’ha trascinata la borghesia antimercatista. E’ quel che si dice una pressante esigenza politica.

       

Ma dove va il libberale ci vuole anche il radicale, così ci si ritrova il radical-libberale, che è la specie migliore. Democristiani e comunisti vanno dannati, l’Infiltrato non lo possono battere, serve una costituente con Della Vedova e altri per infilzare Meloni e Berlusconi. Il Bisconte è tornato all’università, dove era fortemente rimpianto, ma per poco, è pronto a capeggiare gli usignoli della Transizione in alleanza più o meno strategica con democristiani e comunisti, con la benedizione del Garante. E questo è decisamente un pericolo. Bisogna impedirlo. Con un Palasharp di tutti coloro che ci tengono alla pulizia degli argomenti, alla caratura tecnica della governabilità, e che vogliono obbligare il caro Renzi, boy scout di scuola lapiriano-pomiciniana con un talento da rottamatore-statista, a fare la figura del terzaforzista. Si sa che le terze forze arrivano quinte o seste alle elezioni, coltivano una immensa vocazione minoritaria, ma questo non è un deterrente per chi crede nel primato delle idee giuste. Avanti così, e molti cari auguri.

   

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.