Dopo la fiducia a Draghi

Le grane tra il M5s e gli ex grillini raccontate dall'avvocato degli espulsi

Roberta Benvenuto

Per Lorenzo Borrè, che ha seguito oltre 70 contenziosi, le espulsioni sono illegittime: "Non sono configurabili degli illeciti disciplinari". Il codice etico, il ruolo del capo politico uscente e il potere esercitato da Davide Crippa

“Sono questioni di civiltà giuridica e di civiltà politica e pongono un discrimine tra una concezione democratica fondata sullo stato di diritto o una concezione autocratica fondata su uno stato etico”, risponde così Lorenzo Borrè a chi gli chiede perché lo fa, qual è il punto politico di tutto questo arrovellarsi sulla regolarità delle espulsioni del M5s. Qualche giorno fa Vito Crimi ha annunciato l’espulsione dai gruppi parlamentari di chi ha votato no al governo Draghi. Per l’avvocato degli espulsi che ha seguito oltre 70 contenziosi di ex M5s, le irregolarità sono diverse: “Non sono configurabili degli illeciti disciplinari, in primo luogo perché il codice etico sanziona il parlamentare che non si uniforma a una delibera assembleare mentre per l’appoggio al governo Draghi avevamo una consultazione”, spiega. 


Inoltre nell’articolo 3 del codice etico si impone al parlamentare di votare la fiducia “ogni qualvolta ciò si renda necessario, ai governi presieduti da un presidente del consiglio dei ministri espressione del MoVimento 5 Stelle”. Dunque, da un lato il voto dei possibili espulsi non era necessario per far passare la fiducia, dall’altro “fino a prova contraria per quanto Grillo dica che Draghi è un grillino, non è espressione del M5s”. 


A tutto questo va aggiunto che le espulsioni sono state annunciate da un organo che dal 17 febbraio non è più previsto: il capo politico. E poi eseguite solo alla Camera per mano di Davide Crippa. Un fatto che Borré riconduce a una modifica del regolamento avvenuta solo alla Camera lo scorso novembre. Prima di allora, infatti, in entrambe le camere l’espulsione dal gruppo doveva essere ratificata con un voto online a maggioranza dei votanti. Voto reso astrattamente opzionale alla Camera dalla modifica dell’articolo 21. 

 

In più, secondo l’avvocato, Crippa ha esercitato un potere che non era nella sue mani sul presupposto che ad oggi non è chiaro quale organo possa accogliere i ricorsi dei parlamentari sulle espulsioni dai gruppi e la loro legittimità. La Cassazione nel marzo 2020 sul caso De Falco ha dichiarato, infatti, che la magistratura ordinaria non è competente. Dunque la palla potrebbe passare alla Commissione contenziosa (quella dei vitalizi). 

C’è poi un grande rimosso di rilevanza costituzionale: “Ci stiamo interrogando se sia configurabile o meno la violazione del vincolo di mandato”, dice Borrè.

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