Un kamasutra di libertà. Pannella sorriderebbe

Casalino a Radio Radicale intervistato dalla fidanzata di Di Maio (che voleva chiudere Radio Radicale)

Carmelo Caruso

L'intervista più stramba di sempre fra nemici passati. Rocco Casalino va a Radio Radicale e lo intervista Virginia Saba. E' l'emittente che il M5s voleva chiudere e che ha combattuto. Situazionismo e libertà. Evviva

E’ "l’inciucio" che avrebbe fatto sorridere Marco Pannella perché è il più strambo abbraccio fra diversi, un kamasutra di piroette. Non è vero che sono state viste tutte e non è vero neppure che con Mario Draghi hanno perso lo ius soli gli sbandati organizzati, gli spostati sempre fermi sulle loro poche idee e sempre fisse. E’ accaduto infatti qualcosa di incredibile e stupendo che neppure la più sfrenata fantasia avrebbe potuto mai raccontare. In un venerdì, che appariva tranquillo, è arrivata la notizia che Rocco Casalino sarebbe stato ospite di Radio Radicale e che a intervistarlo sarebbe stata Virginia Saba che come tutti sanno è la compagna di Luigi Di Maio che definiva Radio Radicale “radio Soros” tanto da volerla chiudere.

 

I soldi per Radio Radicale? “Sono una porcata”. Quando con un emendamento si è scongiurata questa macchia, è stato sempre Di Maio a dire che quanto si consumava era “qualcosa di gravissimo di cui i partiti dovranno rispondere”. E si capiva perché ce l’avesse: “Radio Radicale ospita giornalisti con stipendio da capogiro” denunciava. E’ il predecessore di Vito Crimi che da sottosegretario all’editoria si è impegnato con passione affinché il volume e il sapere radicale diventasse un’onda corta corta.

 

Si è meritato per la fatica un posto nella grande enciclopedia, nell’opera omnia di Massimo Bordin: “Crimi è il gerarca minore del M5s”. E non era neppure il più infiammato. Sul blog del movimento si era promosso un referendum più pataccato di quelli della piattaforma Rousseau: “E tu, a chi daresti 24 milioni di euro? Scegli: Radio Radicale o terremotati?”. Crimi, e non può fare che piacere, ha successivamente spiegato che lui, in realtà, non voleva chiuderla. Annusava aria di governo repubblicano.

 

In parlamento c’è anche adesso un emendamento accantonato per sostenere Radio Radicale e non si può dire che il M5s sia oggi contro ma si può dire che esiste ancora un veto che non ha più senso di esistere. Solo in una radio libertina e indispensabile come quella radicale c’è spazio per accoppiamenti così giudiziosi. Solo nella casa della parola si possono aprire i microfoni a chi ne ha utilizzate tante per parlarne male. L’intervista di Casalino, la collaborazione della Saba, non sono alleanza con il nemico ma il diploma di dialettica. Non può finire tutto con un episodio isolato. E’ giusto che venga stipulata una convezione fra Di Maio e la radio. Il bravissimo direttore Alessio Falconio prenda coraggio. Pannella offriva la candidatura a Leonardo Sciascia, ma lui può offrire un programma a Di Maio. Di Maio, cambiando opinione su Radio Radicale, consegna ai radicali tutto quello di cui necessitano: la libertà e la conferma che è la radio più indipendente e sorprendente. Un programma dunque con Virginia: Stampa e Farnesina.

 

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio