Dopo la fiducia a Draghi

M5s, Morra espulso insieme agli altri dissidenti: "Ci sono momenti in cui bisogna anche rimanere soli"

Roberta Benvenuto

Delusione e rammarico, c'è chi prova a comprendere e chi parla di errori politici dall'alto, nella scelta di votare "sì" al nuovo governo. I commenti di Toninelli, Mantero, Morra, Airola, e D'incà al Foglio

"È una situazione che non mi mette a mio agio, ma ci sono momenti in cui bisogna anche rimanere soli. Espulsione? Potrebbe accadere, staremo a vedere". Le parole di Nicola Morra, commosso, a margine del voto in Senato, dopo aver votato No alla fiducia. Non era ancora chiaro cosa sarebbe successo ieri sera, ma questa mattina, come anticipato dal Foglio, Vito Crimi ha deciso di espellere lui e gli altri 14 dissidenti, sperando di limitare le possibili defezioni di oggi alla Camera. 

 

"Le defezioni erano prevedibili, se qualcuno pensa che votare la fiducia al governo Draghi fosse un passaggio semplice, si sbaglia di grosso e non conosce il Movimento. Chi ha votato 'no' non è riuscito a sopportare una sofferenza eccessiva. Sono semplicemente da comprendere e spero non vengano espulsi", sono le parole di Danilo Toninelli, che aveva votato contro la fiducia su Rousseau e ha invece appoggiato il nuovo governo in nome della disciplina di partito, e prova a spiegare i malumori della truppa grillina.  

 

Più nette sono le parole di Matteo Mantero: "Avremmo dovuto dire no da subito a questo governo. Non so chi abbia sbagliato, se Crimi o Grillo, ma ci sono stati degli errori". Mentre per Federico D'Incà, ministro per i rapporti con il Parlamento, si tratta di decisioni che "spettano al capo politico". A votare contro la fiducia sono stati in 15. Oltre a Nicola Morra e l'ex ministro Barbara Lezzi, anche Rosa Silvana Abate, Luisa Angrisani, Margherita Corrado, Mattia Crucioli, Fabio Di Micco, Silvana Giannuzzi, Bianca Laura Granato, Virginia La Mura, Elio Lannutti, Matteo Mantero, Cataldo Mininno, Vilma Moronese, Fabrizio Ortis.