Lo spettacolo dei neodraghisti
Conte, la vita ingrata e le disinvolture degli ex adoratori del truce
La vita è ingrata, si sa. Conte non lo vogliono i grillozzi, non lo vogliono i piddini di Siena, già non lo vuole più nessuno. Dice che non entrerà nel governo, che non farà il sindaco di Roma. E’ un “non”, un diniego cui la giustizia è denegata. Eppure è stato, dopo essersi prestato per volere del Quirinale a rappresentare da comprimario la faccia truce del primo governo populista, l’incarnazione, nel suo Bis, delle buone cose di pessimo gusto. Chioccia la voce, modesto il profilo e il curriculum, maldestra e infine litigiosa la nuova alleanza, Conte ha retto il moncone del timone di un paese alla deriva sulla rotta giusta, con il lockdown e il Recovery fund, cose che gli sono capitate e che ha però realizzato con entusiasmo moderato e senso della cosa pubblica, e ha ben governato tra strepiti, squittii e mormorazioni che non meritava. Ora deve cercare di sfuggire all’obliterazione, alla raffica dei calci dell’asino, alla cattiva reputazione che accompagna gli sconfitti.
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- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.