Raggi approfitta della crisi di Conte per piazzare il blitz in giunta

Via Luca Bergamo e Carlo Cafarotti dentro Lorenza Fruci (alla Cultura) e Pietro Calabrese (vicesindaco, è già assessore ai trasporti)

Simone Canettieri

Così la grillina è diventata cinica. La sindaca di Roma silura vicesindaco e assessore al Commercio, ma per una volta nel M5s ci sono altri problemi e l'attenzione nazionale è rivolta a Palazzo Chigi. Mancano ancora i candidati sindaco di destra, sinistra e centro

Un blitz pianificato nei minimi dettagli, quello avvenuto ieri sera in Campidoglio con il favore delle tenebre e soprattutto della crisi di governo. Virginia Raggi ha deciso di silurare vicesindaco e assessore al Commercio approfittando dell'attenzione nazionale rivolta a Palazzo Chigi. Per una volta la grillina ha capito che qualsiasi sua mossa sarebbe passata in secondo piano nelle ore in cui il premier Giuseppe Conte vacilla ed è alla disperata ricerca di una maggioranza per andare avanti.

  

  

E così in Campidoglio hanno spinto il tasto start: via Luca Bergamo e Carlo Cafarotti dentro Lorenza Fruci (alla Cultura) e Pietro Calabrese (vicesindaco, è già assessore ai trasporti). In altri tempi l'ennesimo valzer in giunta -siamo già arrivati in quasi 5 anni a 20 assessori cambiati - avrebbe portato i media italiani sotto la Lupa capitolina per raccontare l'ennesima stramberia della grillina più famosa d'Italia. Questa volta no. Il cinismo di Raggi ha colpito nel segno. Fino a un paio di anni fa bastava il minimo errore per calamitare sul Comune di Roma l'attenzione di tutto il M5s: interviste dei big, retroscena, Grillo e Casaleggio con i loro post, Rocco Casalino che piazzava le interviste tv riparatorie dove mandare Virginia, il problema e il corpo estraneo. Ormai i ruoli sembrano essersi ribaltati: Raggi per l'ennesima volta fa e disfà della sua giunta e, come in questo caso, senza dover rendere conto a nessuno. È l'ultimo dei problemi. Adesso i grillini, di ogni ordine e grado, hanno la testa altrove. E lo dimostra il fatto che arrivati a fine gennaio, con le elezioni comunali teoricamente alle porte, manchino ancora i candidati sindaco di destra, sinistra e centro.

     

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.