"Renzi killer politico del Pd". Orlando chiude a Italia viva

"Si può camminare insieme a chi cerca di ucciderti? Non vediamo i presupposti politici". Il vice segretario Pd esclude che la soluzione della crisi sia tornare con Italia viva. "L'idea che ci rimettiamo a un tavolo facendo finta di niente non sarebbe compresa"

"Se il disegno di Italia Viva è l'omicidio politico del Partito democratico, si può fare un pezzo di strada insieme con chi cerca di ucciderti? Non vediamo i presupposti politici per percorre questa strada". Il vice segretario Pd, Andrea Orlando, all'assemblea del partito a Parma, stronca qualsiasi possibilità di ricucire lo strappo con Matteo Renzi. E rilancia il voto come "unica alternativa" se il governo Conte non riuscirà a coinvolgere altre forze politiche. "Penso che l'ipotesi delle elezioni non e' una ipotesi che noi minacciamo, ma che se non si riesce ad allargare la base del governo Conte diventa una fase necessitata come conseguenza dell'esclusione delle altre strade possibili". 

 

Una strada che viene proposta in queste ore per arrivare a una soluzione della crisi politica, aperta da Italia viva, è infatti proprio quella della ricucitura con Matteo Renzi: "Su questo non si deve lasciare in alcun modo l'impressione che le difficoltà siano lette come una forma di reazione, un fallo di reazione. Anche ieri il sindaco di Bergamo ha fatto una intervista in cui diceva che Renzi ha sbagliato, ma ora bisogna farsi passare l'arrabbiatura: ma noi non siamo arrabbiati. In politica ti incazzi, ma ti passa velocemente se in gioco c'è il destino del paese. noi siamo convinti che quella iniziativa politica non sia frutto del suo carattere, una discussione abbastanza fastidiosa questa", ha detto Orlando. "La iniziativa di Renzi aveva un respiro politico. Italia Viva voleva far nascere questo governo per evitare le elezioni, ma voleva far finire questo governo il prima possibile e se non ci fosse stata la pandemia ci sarebbe riuscito. In una intervista Renzi aveva detto che il suo disegno era quello che aveva fatto Macron con il partito socialista francese, ovvero cancellarlo", ricorda. "Il disegno era costruire un governo di larghe intese nel quale il Pd sarebbe stato un soggetto più facilmente scalabile. Anche perché in un governo di larghe intese, l'assetto bipolare viene meno. Questo credo ci sia alla base della scelta di Renzi e di Italia Viva. Non criminalizzo, perché è legittimo che una forza politica voglia riconquistarsi uno spazio. La domanda è: andava fatto adesso, in piena pandemia? E il Pd deve assecondare un disegno che mira alla sua destrutturazione? Lo dico perché ci sono tante persone che hanno mantenuto un rapporto con Renzi, ma noi riteniamo che il bipolarismo vada costruito fra centro sinistra e centro destra. Non fra centro e destra. Non siamo contro Renzi in questo passaggio perché è brutto o antipatico. Dopo di che matura qualcosa in Italia viva? C'è una maturazione? Io non la vedo e rimettere insieme i cocci ci porterebbe al punto in cui eravamo una settimana fa. L'idea che ci rimettiamo a un tavolo con Italia Viva facendo finta che non è successo niente non sarebbe compreso nel paese".

  
"Un'altra strada che viene indicata è quella di un governo di larghe intese: io non la vedo come praticabile, lo dico con molta franchezza, perché si tratta di una soluzione che non corrisponde all'interesse generale in questo momento", aggiunge il vice segretario dem. "Non possiamo andare in Europa a parlare del futuro dell'Italia con i seguaci di Trump. Per il Pd sarebbe un disastro politico, ma uno può dire ci immoliamo nell'interesse del paese. Il problema è che un governo siffatto sarebbe un governo che non si capisce su quale asse nasce, se non quello di non andare a elezioni. Sarebbe un governo seminegazionista".