Malesseri pugliesi

I grillini in Puglia aspettano Godot

David Allegranti

Il M5s non ha ancora pronto il quesito sulla giunta in Puglia, Crimi traccheggia e fischietta

L’attesa del pronunciamento sulla piattaforma Rousseau in Puglia s’è fatta estenuante. Pende da settimane sulla testa dei militanti grillini pugliesi infatti l’allerta di un voto – vagamente imminente – per decidere sull’ingresso in giunta con il Pd. Solo che Vito Crimi, capo politico del M5s, non ha ben chiaro che cosa fare, traccheggia e fischietta. C’è già stato un mezzo accordo politico, con relativo scambio di affettuosità in Consiglio regionale (votata la presidente dell’aula in quota Pd con i voti del M5s; votato il vicepresidente in quota M5s con i voti del Pd) e Michele Emiliano, l’avanguardia populista a Bari, ha offerto l’assessorato al welfare ai Cinque stelle

 

Sicché, che cosa manca? Il pronunciamento della piattaforma Rousseau. Ma se la votazione non viene convocata, non si può decidere il da farsi. Nel frattempo, però, il M5s scalpita per unirsi a Emiliano, dopo aver dipinto per anni il centrosinistra come un covo di farabutti. Ieri ha addirittura annunciato un incontro con Emiliano per “definire il cronoprogramma”. “In questo periodo di emergenza i pugliesi hanno bisogno di risposte immediate. Come Movimento 5 Stelle non possiamo restare a guardare ed è per questo che oggi alle 15 definiremo il cronoprogramma incontrando il presidente Emiliano. Lo faremo in piena trasparenza e come abbiamo detto e non smetteremo di ripetere, si lavorerà sui temi e sull’emergenza in corso”, ha detto la consigliera regionale Rosa Barone, che poi è quella che dovrebbe entrare in giunta. “Continuiamo a lavorare a testa bassa nell’esclusivo interesse dei cittadini, perché in questo momento ci preme costruire e non distruggere. Non è il tempo di sterili polemiche, ma buone idee e buone proposte”, ha detto la futura assessora.

 

Probabilmente con “sterili polemiche” si ferisce a quelle di Alessandro Di Battista, contrario all’alleanza con il Pd, così come contraria è Antonella Laricchia, la candidata del M5s alle elezioni regionali, che la settimana scorsa è intervenuta con la voce commossa in consiglio regionale per dire che lei non ci sta. E’ in questo caos che si innestano i dubbi dell’incantevole Crimi: Luigi Di Maio che ne pensa dell’alleanza giallo-rosé? E se poi è contrario chi lo sente? In fondo Di Battista è Di Battista. Fa le barricate a prescindere, probabilmente se la prenderà anche con se stesso, a un certo punto, giudicandosi troppo compromesso con il potere. Ma il ministro degli Esteri? Quindi, insomma, il M5s è in attesa di se stesso. Il Pd è in attesa del M5s. In definitiva, si aspetta Godot. E’ partito però il “cronoprogramma”, una delle parole chiave della pandemia insieme a task force e cabina di regia. Tra le “sterili polemiche”, quella sugli imputati nella giunta Emiliano. Sono due, Anita Maurodinoia, assessora ai Trasporti, campionessa di preferenze e imputata per corruzione, e Donato Pentassuglia, assessore all’Agricoltura, imputato nel processo Ilva.

 

Ma d’altronde in Puglia – e non solo – le incoerenze non mancano. Lo stesso Emiliano prima del voto aveva garantito che la giunta sarebbe stata composta da metà donne e metà uomini. Su nove assessori nominati finora, invece, le donne sono soltanto due: Maurodinoia appunto e Anna Grazia Maraschio all’ambiente. Il resto – Raffaele Piemontese (Bilancio), Pier Luigi Lopalco (Sanità), Pentassuglia (Agricoltura), Sebastiano Leo (Formazione e Lavoro), Massimo Bray (Cultura), Gianni Stea (Personale), Alessandro Delli Noci (Sviluppo)  – sono tutti uomini. Anche se entrasse Barone in giunta, sarebbero comunque solo tre su dieci. 

 

Il 23 settembre scorso, a Radio 24, Emiliano aveva detto: “Non avete idea della fatica che ho dovuto fare, perché gli uomini si proteggono dalle donne in tutti i settori, soprattutto nei luoghi importanti, e tentano di tenerle ai margini”. Però, “in ogni caso, grazie alle 8 donne che sono state elette, faremo una Giunta di 5 uomini e di 5 donne. Chiuderemo la partita in maniera chiara”. La partita s’è chiusa in maniera chiara: le donne non sono la metà della giunta Emiliano. Non che fosse un obbligo, eh; è lui che l’aveva promesso. Magari anche di questo parlerà il futuro quesito su Rosseau. Beghe interne al M5s permettendo.

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.