Il caso

Giarrusso e le lobby, rischia l'espulsione dal M5s. L'ex Iena: mi era sfuggito il tetto

Del caso se ne occuperanno i probiviri del Movimento. L'ex Iena si difende: non avevo letto il vademecum

Simone Canettieri

L'europarlamentare ha incassato contributi in campagna elettorale da multinazionali e gruppi d'interesse superiori ai 3mila euro.  Rischia l'espulsione

Il collegio dei probiviri del M5s aprirà oggi pomeriggio un'istruttoria sul caso dell'europarlamentare Dino Giarrusso. Ieri sera Report ha svelato che l'ex Iena ha ricevuto 10mila euro di finanziamento elettorale da Carmela Ritter, moglie di Piero Di Lorenzo (IRBM Pomezia), ed Ezia Ferrucci, lobbista per British American Tobacco (Bat). Per un totale di 14.700 euro.

 

Il suo collega Piernicola Pedicini, anche lui europarlamentare grillino, ha pubblicato il regolamento del Movimento sulle donazioni: vietato ricevere più di 3mila euro da singoli soggetti. E ha chiuso così il suo post: ''I nostri lobbisti erano i cittadini''.

 

Giarrusso, prima con una diretta su Facebook e poi con una lettera a Dagospia, si è giustificato con tanto di uso delle maiuscole: "Non solo il finanziamento è assolutamente regolare, ma io lo ho accettato solo DOPO aver saputo che nel 2018 la stessa Ezia Ferrucci ha finanziato ESATTAMENTE ALLO STESSO MODO la campagna elettorale di TUTTO il Movimento Cinquestelle".

 

Nonostante la difesa di Giarrusso, fonti dei probiviri e del collegio di garanzia del M5s confermano l'intenzione di voler aprire un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Da quando i vertici del M5s notificheranno il provvedimento, l'europarlamentare avrà dieci giorni per produrre una memoria difensiva. Poi si arriverà alla sentenza che potrà anche portare all'espulsione dal Movimento.

Giarrusso è stato protagonista degli ultimi Stati Generali, dove è risultato uno dei più votati dalla base, secondo a quanto sembra (i numeri non sono stati ancora resi noti) solo ad Alessandro Di Battista. E questa grana rischia di minare la fragile tregua ottenuta domenica scorsa. 

Giarrusso prova a difendersi ancora così: "Mi era sfuggito che il nostro vademecum vietasse le donazioni sopra ai 3mila euro"

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.