(foto LaPresse)

il virus in diretta

Covid, Toscana e Campania verso la zona rossa. Emilia, Friuli e Marche in zona arancione

De Luca attacca: "Dal governo sciacallaggio, si dimetta"

redazione

Dopo i nuovi dati monitorati dalla cabina di regia si attendono le ordinanze del ministro Speranza: dovrebbero arrivare in serata. Solo 5 regioni rimarranno in zona gialla. L'Rt scende da 1,7 a 1,4

40902 nuovi contagi e 550 decessi 

Secondo Il bollettino di Protezione civile e ministero della Salute oggi si registrano 40902 nuovi contagi da Covid-19, a fronte di 254098 tamponi processati (si tratta di un record per entrambi i parametri). Sono 550 i nuovi decessi. I ricoverati con sintomi nei reparti di area medica crescono di 1041 unità, quelli in terapia intensiva di 60 unità. Il rapporto tra tamponi processati e positività riscontrate è del 16,05 per cento (ieri era al 16,18 per certo). 

 

Toscana e Campania verso la zona rossa 

Nelle prossime ore Toscana e Campania saranno considerate zona rossa. La prima era già zona arancione, la seconda invece zona gialla. E' quanto emerge dal monitoraggio compiuto dalla cabina di regia di ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità sull'andamento del contagio da Covid-19 in Italia. L'ordinanza che dovrà sancire il passaggio rispetto alla zona di rischio arriverà nelle prossime a ore a opera del ministro Roberto Speranza. Le due regioni si uniranno a Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta, Calabria e la provincia autonoma di Bolzano, già inserite nell'ultimo scenario di rischio, quello in cui si vietano spostamenti se non per motivi urgenti e sono autorizzate a rimanere aperte solo le attività commerciali considerate essenziali (bar e ristoranti, ad esempio, possono lavorare solo con l'asporto).

Nei giorni scorsi, ipotizzando un inserimento in zona arancione, i presidenti di Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia avevano adottato misure più restrittive. All'esito del confronto tra gli esperti però finiranno in una zona di rischio più alta Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia, oltre alle Marche, e si uniranno ad Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia e Umbria. Mentre il Veneto continuerà a essere considerata zona gialla. In tutto, sono 5 le regioni che rimarranno in uno scenario di rischio medio (oltre al Veneto, sono Sardegna, Lazio, Molise e la provincia autonoma di Trento). 

 Iss: "Si registra lieve riduzione nella trasmissione del contagio"

L'Istituto Superiore di Sanità ha stilato il report settimanale in cui monitora l'andamento del contagio da Covid-19 in Italia, riferito alla settimana tra il 2 e l'8 novembre. "L’epidemia in Italia seppur intensificandosi per gravità a causa di un aumentato impatto sui servizi assistenziali, mostra una lieve riduzione nella trasmissibilità rispetto alla settimana precedente che, sebbene ancora molto elevata, potrebbe costituire un segnale precoce di impatto delle misure di mitigazione introdotte", si legge nel documento firmato anche dal ministero della Salute. "Tale andamento andrà confermato nelle prossime settimane. Nella maggior parte del territorio la trasmissibilità è compatibile con uno scenario di tipo 3. Si conferma pertanto una situazione complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale con criticità in tutte le Regioni". 

Nel dettaglio, tutte e 20 le regioni sono considerate a rischio alto di una trasmissione non controllata e non gestibile di SARSCoV-2: 3 di queste a causa delle lacune nei dati che non permettono di avere un quadro più chiaro della situazione epidemiologica. Mentre in 12 tra regioni e provincie autonome hanno superato la soglia critica nei reparti di terapia intensiva o in area medica. "Nel caso si mantenga l’attuale trasmissibilità, quasi tutte le Regioni/PPAA hanno una probabilità maggiore del 50% di superare almeno una di queste soglie entro il prossimo mese. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è salito da 1.939 a 3.081; mentre il numero di persone ricoverate in aree mediche è passato da 18.902 a 29.444". 

Il documento poi evidenzia che il nuovo Rt calcolato sui pazienti sintomatici è 1,43. Così come il fatto che la maggior parte del paese sia compatibile con uno scneario di rischio 3 e il numero delle regioni già ricomprese nell'ultimo scenario di rischio è inferiore rispetto all'analisi riferita alla settimana precedente. "Si conferma che è necessaria una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone in modo da alleggerire la pressione sui servizi sanitari. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile", è una delle conclusioni finali. 

De Luca: "Dal governo sciacallaggio, si dimetta"

Nel pomeriggio è tornato a parlare Vincenzo De Luca, presidente della Campania, che ha tenuto l'abituale diretta sui propri profili social. "La Campania era per chiudere tutto a ottobre, il Governo ha fatto un'altra scelta, ha deciso di fare iniziative progressive, di prendere provvedimenti sminuzzati, facendo la scelta della cosiddetta risposta proporzionale. Una scelta totalmente sbagliata, perché il contagio non aumenta in modo lineare, ma esponenziale", ha detto De Luca. "In questa settimana ci sono stati attacchi e sciacallaggio nei confronti della Campania e della sua sanità, noi dobbiamo avere la forza di andare avanti e lavorare", ha aggiunto.

Il governatore ha poi segnalato un miglioramento dei dati, evidenziato dal bollettino degli ultimi giorni. "I dati sanitari di oggi raccontano di 3.900 nuovi contagi con una percentuale del 16,5% su 25.000 tamponi. Da qualche giorno la percentuali di positivi sui tamponi effettuati scende leggermente, speriamo si mantenga questa tendenza. Per quanto riguarda le terapie intensive al momento ci sono 190 ricoverati su 650 posti disponibile, con un tasso di occupazione pari al 27% delle terapie intensive. Inoltre abbiamo oltre 500 posti letto disponibili per pazienti Covid. La Campania resta la regione col tasso di mortalità più basso". 

 

Nel Lazio chiusi mercati e centri commerciali la domenica 

Il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti ha annunciato di aver firmato un'ordinanza "per vietare i mercati la domenica e chiudere gli esercizi commerciali sopra i 2500mq". La chiusura dei centri commerciali di grandi dimensioni nei festivi e pre-festivi era già stata prevista nel dpcm del 3 novembre, ma la misura avrà effetti soprattutto sui mercati all'aperto. Ad esempio il mercato di Porta Portese, a Roma, che si tiene la domenica mattina e genera affollamenti. 

 

Di più su questi argomenti: